Di Maio torna da ministro al suo liceo, ricordi e contestazioni

Di Maio torna da ministro al suo liceo, ricordi e contestazioni
Luigi Di Maio nel suo liceo (Ansa)
4 febbraio 2019

Dopo 15 anni è tornato nel suo vecchio liceo classico non più da studente, ma da ministro. Una mattinata ricca di emozioni, ma anche di contestazioni, di ricordi e di questioni di attualità da affrontare. Poco dopo le 9 il vicepremier e titolare del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, ha varcato l’ingresso del liceo Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco, nel quale si è diplomato nel 2004. Ad accoglierlo docenti, studenti, istituzioni, ma anche ex lavoratori, disoccupati dei Cobas e aderenti all’Unione degli studenti che hanno urlato cori, esposto striscioni e sventolato bandiere fuori dai cancelli protetti dal cordone di forze dell’ordine. “Sulla scuola decidiamo noi”, “Basta passerelle, esci e parla con noi”: alcune delle cose scritte e gridate dai manifestanti.

La visita è durata circa tre ore: prima l’incontro con i giornalisti, poi il giro nella scuola, l’abbraccio con la sua ex professoressa d’italiano, la premiazione degli allievi ed ex allievi “eccellenti” e, infine, il rinfresco nella stanza della presidenza. Applausi e silenzio nell’auditorium, tante foto e qualche fischio all’esterno dell’istituto scolastico: al punto che il ministro ha preferito andar via da un’uscita secondaria.
“Oggi sono più emozionato che al giuramento dei ministri”, ha confidato Di Maio che ha poi ricevuto un riconoscimento dall’associazione degli ex studenti “per essersi contraddistinto nell’impegno politico e istituzionale”. E ad applaudirlo c’erano quasi tutti: dalla mamma Paolina al padre Antonio al fratello Giuseppe, fino al sacerdote della sua parrocchia e ad alcuni amici oggi docenti della scuola.

“Una delle priorità di questo governo – ha detto al microfono rivolgendosi alla platea – è la sicurezza degli edifici scolastici” e “mettere a norma tutte le scuole italiane” utilizzando i “1,7 miliardi stanziati per l’edilizia scolastica”, ha ricordato Di Maio tagliando a corto su chi chiedeva chiarezza circa i tagli al mondo della scuola. “Presto tornerò a Pomigliano con il sindaco della Città metropolitana Luigi de Magistris per posare la prima pietra della nuova cittadella scolastica”, ha poi aggiunto il ministro. Le sue parole non hanno, però, sortito effetto positivo su tutti gli studenti, soprattutto quelli che hanno contestato la sua visita nel liceo.

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“Ci ha rassicurati, ma vedremo quello che succederà”, ha dichiarato Maurizia, la giovane studentessa che sui social network ha denunciato di aver subito pressioni affinché non ci fossero proteste all’interno della scuola e contestazioni al ministro. “Mi è stato detto che il voto di condotta è variabile”, ha proseguito un altro ragazzo iscritto al quinto anno. Una vicenda sulla quale lo stesso Di Maio ha dichiarato di voler “capire cosa sia successo”. “Le porte del mio Ministero sono sempre aperte” ha dichiarato riferendosi ai suoi “affezionati contestatori” e ancora: “Maurizia ha tutta la mia solidarietà per gli attacchi e le pressioni dei media”. Ed è proprio il dirigente scolastico “sotto accusa”, Domenico Toscano, a cercare di tenere a bada i ragazzi nell’auditorium, anche quando uno dei ragazzi fa una domanda sui migranti.

“Ci sono sensibilità differenti – ha esordito Di Maio – Se ti riferisci al centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto costava 12 milioni di euro, ma ci siamo resi conto che avevamo spazio altrove per quelle stesse persone” e al ragazzo che incalzava usando la parola “deportazione”, il ministro ha sintetizzato affermando che i migranti “sono stati trasferiti in pullman in un altro centro” per poi concludere: “Sono in questa scuola per assistere a delle premiazioni. Se vado avanti mi accusano di fare politica ma possiamo parlarne in un’altra situazione, fuori di qui”. “Di Maio ha detto di non essere venuto qui in qualità di ex studente. Non è vero, è un ministro. E’ venuto a parlare di reddito di cittadinanza e a firmare un protocollo per l’alternanza scuola-lavoro”, gli ha fatto eco il coordinatore dell’Uds. E a mettere fine a questa giornata sono state le parole dello stesso dirigente scolastico che, nell’imbarazzo di qualcuno, ha concluso la cerimonia dicendo: “Grazie al bravissimo ministro Di Maio che risolve tutti i problemi e che certamente risolverà anche i problemi della scuola”.

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