Mamma a 62 anni a Roma, fiocco rosa al San Giovanni di Roma

Mamma a 62 anni a Roma, fiocco rosa al San Giovanni di Roma
21 novembre 2018

Fiocco rosa speciale all’Ospedale San Giovanni di Roma, dove una donna di 62 anni ha dato alla luce questa mattina una bambina di tre chili e duecento grammi. Sia la madre che la neonata stanno bene. La piccola è nata con parto cesareo programmato e per l’epidurale è stata usata la tecnica in via di sperimentazione dell’eco-navigazione, ossia una sonda ecografica che indica all’ago la via per eseguire l’epidurale.

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La neo-mamma, di professione infermiera, ha avuto l’impianto dell’intero embrione a Tirana, in Albania. La scelta è caduta su di questo tipo di donazione anche perché la donna non ha un partner. Due anni fa alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno era toccato a un’altra ‘anziana’ diventare madre per la prima volta a 62 anni. In quell’occasione era nato un maschietto di tre chili e mezzo. La donna malgrado l’età avanzata e quattro aborti spontanei, aveva voluto tentare a tutti i costi un’altra gravidanza.

“Di nascite dopo i 60 anni sia in Italia che all’estero ce ne sono già state”, commenta il responsabile di anestesia ostetrica del San Giovanni Marco Traversa. E aggiunge: “Quello che raccontano i dati è che nel Lazio la popolazione ostetrica è sempre più anziana. Soprattutto dalla nostra esperienza viene fuori che nell’area metropolitana in media le donne partoriscono per la prima volta intorno ai 40 anni e anche oltre, e arrivano a fare il secondo figlio anche tra i 46 e i 50 anni”.

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Proprio questa tendenza sta alla base della percentuale particolarmente alta per la procreazione medicalmente assistita: “Nel Lazio la percentuale è del 20%, mentre per esempio in Toscana è al 7% e in Friuli al 3%”, dice ancora Traversa. Insomma, non c’è bisogno che a parlare siano sociologi o psicologi, perché la realtà è sotto gli occhi di tutti. In una città complicata come Roma fare figli e gestire la loro crescita è una strada tutta in salita. E non è una novità che le donne finiscano per partorire il primo figlio sempre più tardi. O a non farne per niente, come raccontano i dati Istat sulla denatalità in Italia.

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