Mani dei boss di Trapani su elezioni. Gip: “Politici a disposizione”

5 marzo 2019

La famiglia mafiosa di Trapani, “grazie al capillare controllo del territorio”, alla rete di interessi economici e di relazioni con altre famiglie mafiose (Marsala), “interveniva attivamente nelle competizioni elettorali, in coerenza con la propria storia e matrice genetica”. Lo scrive il gip nell’ordinanza dell’operazione “Scrigno”, conclusasi con 25 arresti tra cui l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello. In ben tre contesti elettorali differenti – locale, regionale e nazionale – le indagini hanno accertato la raccolta di voti da parte dell’associazione mafiosa in favore di molteplici candidati, attraverso accordi, anche con corrispettivo di denaro, “volti ad alterare il risultato elettorale e far acquisire al sodalizio denaro e, soprattutto, potere”. Sotto quest’ultimo profilo, la mafia, nota il gip di Palermo Piergiorno Morosini, sostenendo un candidato politico “stringe con esso un accordo piu’ o meno esplicito per ottenere in cambio la forza di influire in settori amministrativi”.

“Abbiamo raccolto gravi indizi di colpevolezza in particolare per i fratelli Virga, per Francesco Orlando e Antonino D’Angelo, quest’ultimo n qualita’ di reggente della famiglia di Favignana, un fatto inedito nell’articolazione organizzativa del mandamento di Trapani – ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido -. Ci sono pure alcuni aspetti preoccupanti. Il rapporto mafia-politica che e’ costante e ripetuto negli anni. Il dato preoccupante – ha proseguito l’aggiunto – e’ che e’ il politico a cercare il mafioso e contratta il tipo di appoggio. Una conversazione intercettata che e’ sintomatica. Dice Virga Pietro: ‘mi sto giocando tutte le carte per questi politici rivolgendosi ad un suo sodale… dobbiamo raccogliere voti… se le cose vanno bene a me vanno bene a tutti…”. L’ex deputato regionale Ruggirello, hanno spiegato investigatori e magistrati, avrebbe pagato “migliaia di euro” ai mafiosi per ottenere il loro appoggio elettorale.

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C’e’ un passaggio di una conversazione tra Pietro Virga e Michele Martines intercettata dalla polizia giudiziaria, che fa comprendere il senso per il sodalizio mafioso del sostegno elettorale a certi candidati. In quel frangente il boss chiedeva esplicitamente la collaborazione di Martines nella raccolta dei voti per l’imminente consultazione regionale, dicendo chiaramente che l’aiuto ai politici candidati, “e’ una questione di vitale importanza per l’associazione mafiosa stessa”, perche’ fonte di sicuri benefici. Sia per le elezioni comunali sia per le elezioni per il rinnovo della assemblea regionale del 2017, con riguardo all’impegno mafioso per il sostegno a candidati graditi, e’ emersa la centralita’ del ruolo di Francesco Virga, l’altro figlio dello storico boss Vincenzo, che, forte della posizione apicale ricoperta e vista la misura di prevenzione applicata al fratello Pietro, si e’ attivamente adoperato nell’organizzare incontri finalizzati alla raccolta di voti con altri associati.

Nelle elezioni per i Comuni di Trapani ed Erice, due consiglieri comunali uscenti, tra cui Giovanni Maltese, nell’elenco degli arrestati, “si sono avvalsi della fattiva collaborazione” di Francesco Virga e Franco Orlando, entrambi collaborati dal fidato Pietro Cusenza, per la loro campagna elettorale e per quella della figlia di un candidato, poi effettivamente eletta. Gli incontri finalizzati all’organizzazione del sostegno elettorale erano organizzati presso un locale di proprieta’ del commerciante arrestato Domenico La Russa. Nel caso delle consultazioni regionali, “e’ stata compiutamente dimostrata la raccolta di voti da parte dell’associazione mafiosa in favore di due candidati”, l’ex assessore del Comune di Trapani, Ivana Inferrera, inserita nella lista Udc per Musumeci Presidente, e Ruggirello, nella lista del Pd per Micari Presidente, entrambi arrestati: raccolta organizzata dai fratelli Pietro e Francesco Virga, con l’intermediazione di Carmelo Salerno, per Ruggirello, e Michele Alcamo e Leonardo Russo per la donna. I fratelli Virga, pur avendo stretto un illecito accordo con i due politici, sosterranno fino in fondo Ivana Inferrera, per conto della quale la famiglia mafiosa aveva ricevuto somme di denaro e promesse di vantaggi. Nella terza consultazione elettorale, invece, gli interessi di Cosa nostra si concentreranno solo sul candidato Paolo Ruggirello che, “in linea con la sua storia”, “non esitera’ a incontrare soggetti appartenenti dell’organizzazione criminale per ottenere sostegno elettorale”.

NESSUN COLLEGAMENTO CON MESSINA DENARO

-“Non c’è un particolare collegamento tra gli indagati in questa operazione è il Boss mafioso Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi in merito ai 25 arresti di mafia a Trapani. In carcere anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa. “Questo è un segno indicativo del fatto che la mafia continua a essere presente a Trapani in maniera capillare”. Lo Voi ha poi detto che l’indagine è “significativa per due ragioni: da tanto tempo non c’era una indagine con arresti sulla città di Trapani. La seconda ragione è che va confermato che l’estensione e la penetrazione mafiosa nei comuni non è legata e finalizzata alle attività che portano a Matteo Messina Denaro”. “Messina Denaro, sulla base indagini in corso e risultati da indagini precedenti continua a essere il rappresentante provinciale di cosa nostra trapanese ma ciò non significa che il resto di cosa nostra non continui a fare la sua opera- dice Lo Voi- Ci sono degli interessi che riguardano i singoli mandamenti”.

L’INTERCETTAZIONE 

“E poi li ringrazi gli amici nostri…”: Cosi’ l’ex deputato Pd Paolo Ruggirello il 6 novembre 2017, si lagna al telefono per la sconfitta alle Regionali. E’ quanto si legge nella misura emessa dal gip di Palermo, Piergiorgio Morosini, nell’ampio capitolo dedicato al politico trapanese, arrestato per associazione mafiosa, non eletto neppure alle successive elezioni politiche al Senato. Scrive il gip che “durante le operazioni di spoglio delle schede elettorali, Ruggirello, ormai certo della sconfitta elettorale, ha contattato Carmelo Salerno, al quale esplicitamente ha contestato il mancato appoggio ricevuto da Trapani (da intendersi come famiglia mafiosa, riferendosi a Pietro Virga e alle persone a lui collegate), dicendogli: “E poi li ringrazi gli amici nostri”.

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