Manovra, il governo ottiene la fiducia e oggi il via libera definitivo

Manovra, il governo ottiene la fiducia e oggi il via libera definitivo
30 dicembre 2018

Il Governo ha ottenuto la fiducia posta sulla legge di bilancio alla Camera dei Deputati con 327 voti favorevoli e 228 voti contrari in una corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio che scatterebbe dal 1 gennaio. Si è poi passato all`esame degli ordini del giorno. Il via libera finale alla manovra è atteso per oggi, domenica 30 dicembre. Il clima tra forze politiche di maggioranza e di opposizione è rimasto teso. Dopo la bagarre di venerdì a Montecitorio, ieri il presidente della Camera Roberto Fico è stato costretto a sospendere la seduta in aula per 5 minuti dopo che i deputati di Forza Italia avevano indossato delle pettorine azzurre recanti slogan come “Giù le mani dal no profit” e “Basta tasse”. Fico ha chiesto ai commessi di intervenire. Dopo la sospensione, la seduta è ripresa, con le dichiarazioni di voto sulla fiducia che il Governo ha posto sulla manovra. Presenti nei banchi del governo, il presidente del Consiglio Conte, il vicepremier Di Maio, il ministro dell`Economia Tria, quello dei Rapporti con il Parlamento Fraccaro e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

 DA ESULTANZA BALCONE A DEFICIT AL 2,04%, LE TAPPE DELLA MANOVRA 

Dunque, il governo incassa la fiducia sulla manovra alla Camera dopo un iter tortuoso, caratterizzato da frizioni interne all’esecutivo, polemiche con le opposizioni e momenti di tensione con l’Ue. Il primo braccio di ferro risale a fine settembre e vede i due vicepremier sfidare il ministro dell’economia, Giovanni Tria, sulla definizione del deficit per il 2019; il primo round lo vincono Di Maio e Salvini che arrivano all’accordo sullo sforamento del deficit al 2,4% per mettere al sicuro i loro cavalli di battaglia: reddito di Cittadinanza e quota 100. E’ la sera in cui Di Maio e i ministri M5S si affacciano dal balcone di Palazzo Chigi per festeggiare: le misure su cui Lega e Cinquestelle hanno costruito la loro campagna elettorale sono salve. La legge di bilancio viene per questo motivo ribattezzata dal leader pentastellato la ‘manovra del popolo’. La tappa successiva e’ la trasmissione alla Commissione Europea del Documento di bilancio, la palla passa cosi’ all’Ue. Inizia con Bruxelles un dialogo lungo che registra picchi di tensione seguiti da tentativi distensivi.

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Tria e Conte vanno piu’ volte a Bruxelles per cercare di trovare la quadra con il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, per cercare di smorzare i toni che a giorni alterni si alzano da Roma. Passano i giorni e intanto arriva novembre, mentre il Capo dello Stato rinnova piu’ volte un appello a governo e commissione Ue perche’ riaprano il tavolo della trattativa. Si entra cosi’ nel vivo della sessione di bilancio con il il Decreto fiscale che anticipa l’approvazione di alcune norme. Il Ddl Bilancio comincia il suo iter dalla Camera, il 6 novembre, ma la Commissione Bilancio lavora su un testo che non sara’ quello definitivo. Le norme clou della manovra, superamento della Fornero e reddito di cittadinanza, non sono esplicitate. Il governo giallo-verde prima di presentare il testo effettivo deve portare avanti in parallelo il negoziato con la Commissione europea con lo spettro della bocciatura incombente.

L’8 dicembre il governo incassa il primo voto di fiducia alla Camera; la manovra da 37 miliardi, finanziata per circa 22 miliardi in deficit, passa al Senato dove deve essere riscritta. Nel passaggio a Montecitorio, infatti, ci sono state solo piccole modifiche. L’approdo a Palazzo Madama avviene il 10 dicembre e, nei giorni in cui il testo e’ in Senato, la commissione Bilancio non ha modo di portare a termine neanche una votazione. Le misure principali come il ‘saldo e stralcio’, ovvero il nuovo condono per chi e’ in difficolta’ economica, la nuova clausola con gli aumenti Iva, i tagli ai fondi del reddito di cittadinanza e di quota 100 per le pensioni, la web tax, i finanziamenti e l’esercito in campo per fronteggiare l’emergenza buche a Roma e la proroga di 15 anni delle concessioni balneari entrano nel maxiemendamento su cui il governo, dopo vari slittamenti, pone la fiducia nell’Aula del Senato.

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Intanto l’Italia evita in extremis la procedura di infrazione sui conti. Per farlo porta il deficit 2019 al 2,04%, rimodula le clausole di salvaguardia per il 2020 e 2021, taglia i fondi al reddito di cittadinanza e a quota 100 e mette in campo un piano di dismissioni degli immobili pubblici. Una correzione da oltre 10 miliardi. E’ il 27 dicembre e il testo della manovra torna alla Camera per la terza lettura. In Commissione Bilancio la tensione e’ alta: si tengono due audizioni in Commissione, prima quella del Presidente dell’Upb, Giuseppe Pisauro, che definisce la manovra “chiaramente recessiva” e poi quella del ministro Tria che per un attimo perde il suo proverbiale ‘aplomb’ sotto il fuoco incrociato delle opposizioni. Il testo arriva in Aula il giorno dopo e anche qui non mancano le polemiche con la discesa in piazza delle opposizioni e il flash mob dei gilet azzurri di Forza Italia a Montecitorio. Intanto ci vorra’ un decreto apposito per le misure su quota 100 e reddito di cittadinanza che arrivera’ nei primi giorni di gennaio.

Le novità della manovra

Istruzione, ricerca e sanità

Ambiente, sicurezza e sport

Cultura e informazione

Investimenti e infrastrutture

Imprese, fisco, risparmiatori

Famiglia, pensioni, lavoro

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