Manovra, Moscovici: ecco che cosa ci aspettiamo dall’Italia

Manovra, Moscovici: ecco che cosa ci aspettiamo dall’Italia
7 novembre 2018

La scadenza del 13 novembre, data entro cui il governo italiano dovrà presentare la nuova versione riveduta e corretta della manovra finanziaria, dopo la prima bocciatura della Commissione europea, “non è la fine del mondo, ma solo una tappa in più nel processo in corso”. A parlare è il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, che si aspetta dall’Italia “una risposta forte e precisa” ai rilievi e alle critiche della Commissione. il commissario Ue ha assicurato che il dialogo con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, “continua quasi quotidianamente”, ha ripetuto di non essere affatto favorevole a punizioni e sanzioni, ma ha anche sottolineato che le regole devono essere rispettate.

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Le regole “possono essere interpretate, applicando una certa flessibilità, ma non possono essere applicate a metà”, ha affermato, ricordando che la deviazione del bilancio italiano dal percorso di riduzione del deficit precedentemente concordato non è “borderline”. Insomma, “non è come se in una partita di tennis la palla finisse sulla linea esterna del campo: se la palla è totalmente fuori dal campo, nessun arbitro, neanche se fosse cieco, può assegnare il punto”. “Il primo punto – ha spiegato il commissario – è ricevere una risposta dal governo italiano il 13 novembre. Il secondo punto è che le questioni che abbiamo sollevato, sul deficit strutturale, sul debito pubblico, sulla capacità di creare crescita, siano affrontate in questa risposta. Non speculiamo: quello che avverrà dopo dipende dalla qualità della risposta che verrà data dal governo italiano. Come ho già detto, la palla è nel loro campo”.

“Poi, il 21 novembre – ha continuato Moscovici – emetteremo i nostri pareri, non solo sul bilancio dell’Italia, ma su tutti i bilanci dell’Eurozona. E procederemo quindi passo dopo passo. Il mio ruolo è assicurare che il Patto di Stabilità sia applicato. Penso che queste regole non siano affatto stupide: esistono per assicurare che il debito pubblico non vada fuori controllo. Il debito pubblico danneggia gli italiani se è troppo alto “. “Naturalmente – ha osservato il commissario – le nostre regole possono essere interpretate. E io stesso sono sempre stato sostenitore di una certa flessibilità, perché penso che non bisogna avere un approccio rigido. Ma una cosa è essere flessibili, un’altra essere contro le regole. La nostra flessibilità è stata sempre utilizzata, specialmente dall’Italia, nel quadro del Patto di Stabilità. Ma se sei fuori da quel quadro, allora non è più questione di flessibilità: sei fuori dalle regole e devi fare qualcosa d’altro. E questo non certo è quello che può fare la Commissione, il cui ruolo è garantire che i Trattati Ue vengano applicati”.

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Possibili sanzioni contro l’Italia? “Dobbiamo mantenere il sangue freddo – ha sottolineato Moscovici – per questo non voglio anticipare quello che succederà la prossima settimana. Ma ci aspettiamo anche una risposta dal governo italiano sui ‘fattori rilevanti’ riguardanti il debito pubblico. Io non sono mai stato uno che vuole punizioni e sanzioni. Le sanzioni sono sempre un fallimento, per il paese che le subisce e per le stesse regole, che dimostrano così di non creare consenso”. “Io voglio il dialogo; ma le sanzioni – ha comunque avvertito il commissario – possono essere applicate, alla fine, se non troveremo un accordo nel quadro delle regole. Ma facciamo un passo alla volta. L’interesse dell’Eurozona è che l’Italia resti al cuore dell’Eurozona, e l’interesse dell’Italia è restare qui con noi. E il miglior modo per l’Italia di creare crescita è ridurre i suoi squilibri che conosciamo: nella produttività, e anche per quanto riguarda gli investimenti. Quella che preferiamo per l’Italia – ha concluso Moscovici – è una politica favorevole alla crescita, mentre una politica con un più alto debito pubblico non è favorevole alla crescita”.

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