Manovra: da superticket a assegni figli, si gonfia menu’ misure

Manovra: da superticket a assegni figli, si gonfia menu’ misure
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan
9 ottobre 2017

Si muove tra margini stretti e il pressing dei partiti il cantiere della manovra che dovrebbe essere varata tra il 15 e il 16 ottobre. Le risorse, al netto dello stop all’aumento dell’Iva, sono limitate, continua a ribadire il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e gli interventi saranno selettivi, ma il menu’ si allunga di giorno in giorno. Entro il 15 ottobre (che quest’anno cade di domenica) l’esecutivo dovra’ inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio con la griglia delle misure mentre il testo della legge di bilancio, completo di articolato, sara’ trasmesso alle Camere entro il 20 ottobre. Per il 2018 la manovra parte da almeno 20 miliardi, valore che e’ destinato a lievitare considerando anche le richieste che arriveranno dai gruppi nel corso dell’iter parlamentare. Le coperture ammontano a 8,6 miliardi, di cui 3,5 miliardi sono tagli di spesa e 5,1 miliardi entrate aggiuntive, per lo piu’ misure di lotta all’evasione che potrebbe prevedere l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche ai privati e il rafforzamento dello split payment sull’Iva. Dalla rottamazione bis delle cartelle esattoriali, che il governo sta valutando, dovrebbe arrivare un miliardo e mezzo. La misura potrebbe essere rafforzata allungando fino al 31 dicembre di quest’anno le cartelle rottamabili. Per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia serviranno 15,7 miliardi l’anno prossimo e sara’ coperta, in parte, con il margine di maggior deficit autorizzato da Bruxelles, pari a 10 miliardi (lo 0,6% del Pil, la differenza tra un indebitamento netto programmatico all’1,6% e un tendenziale all’1%) che consentira’ una correzione strutturale da 5 miliardi (tre decimali di Pil) invece dei 13,5 (otto decimali)scritti nel Def di aprile. Gli impieghi indicati al momento sono stimati in oltre 3,8 miliardi ma, come ha spiegato lo stesso Padoan, si tratta di cifre ancora da definire. Il governo ha aperto alla revisione del super ticket, andando incontro alle richieste di Mdp, ma la priorita’ resta sempre il taglio del cuneo fiscale.

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L’addio al super ticket da 10 euro, come vorrebbero i bersaniani, costerebbe circa 600-700 milioni e non a caso nella risoluzione di maggioranza sul Def approvata dalla Camere si parla di una revisione graduale perche’ un eventuale intervento sara’ parziale e andra’ spalmato sul triennio. Circa 600 milioni serviranno a finanziare il reddito di inclusione e le misure per la lotta alla poverta’ mentre per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego la dote e’ di 2,6 miliardi. Allo studio anche il potenziamento degli assegni per i figli a carico, altro impegno chiesto al governo dalla maggioranza e, in particolare, dall’ala centrista. L’ipotesi sarebbe quella di alzare la soglia di reddito entro la quale si ha diritto alle detrazioni da 2.840 euro a 5.000 euro l’anno. Per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori giovani il governo conta di mettere sul piatto 338 milioni nel 2018 che salgono a 2,1 miliardi nel 2019 e a quasi 4 miliardi nel 2020. Si punta a un dimezzamento dei contributi alle imprese per tre anni per le assunzioni degli under 29 mentre perde quota l’ipotesi di alzare il tetto di eta’ a 32 anni per evitare contrasti con la Commissione europea. Altro obiettivo e’ quello di estendere anche al prossimo anno gli sgravi contributivi al 100% per le assunzioni al Sud e finanziare gli incentivi per la formazione 4.0. Il governo sta anche valutando la possibilita’ di estendere gli sgravi per le assunzioni dei giovani ai disoccupati over 55 e studia incentivi per ricollocare i lavoratori in cigs. Ancora non e’ chiaro se nella manovra ci sara’ spazio per le misure sulle pensioni, al centro del confronto tra governo e sindacati.

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