Cartabia eletta presidente, prima donna alla guida della Consulta

Cartabia eletta presidente, prima donna alla guida della Consulta
Marta Cartabia
11 dicembre 2019

Marta Cartabia è il nuovo presidente della Corte Costituzionale, eletta dai giudici riuniti al palazzo della Consulta all’unanimità, con 14 voti a favore e la sua scheda bianca. -“La neo presidente finlandese ha detto che eta’ e sesso non contano piu’. In Italia ancora un po’ contano. Spero presto di poter dire che non contano piu'” le prime parole di Marta Cartabia, neo presidente della Consulta, dopo la sua elezione. La prima donna a essere eletta, mandato fino a settembre 2020 Cartabia, milanese di San Giorgio su Legnano, 56 anni, prima donna a salire sullo scranno più alto a palazzo della Consulta, era stata nominata giudice della Corte Costituzionale dal Quirinale e aveva giurato davanti al Presidente della Repubblica a settembre del 2011: il suo mandato da presidente della Consulta – di cui dal novembre 2014 era vicepresidente – scadrà dunque a settembre del prossimo anno, essendo di nove anni la durata della carica di giudice costituzionale. Il suo nome e’ circolato piu’ volte in occasione del conferimento di prestigiosi incarichi politico-istituzionali. L’ultima e’ stata l’estate scorsa quando prima del Conte bis si era parlato di lei come possibile premier di un governo di transizione. Ma a Marta Cartabia, la prima donna presidente della Corte Costituzionale, si era pensato anche come ministro del governo Cottarelli, ipotizzato prima del Conte 1. E in precedenza era entrata anche nel toto-nomine per la presidenza della Repubblica. Giurista cattolica, 56 anni, sposata con tre figli,originaria della provincia di Milano, Marta Cartabia e’ conosciuta anche fuori dai confini nazionali.

Docente di Diritto Costituzionale dal 2008 all’Universita’ Bicocca di Milano, ha assunto sin dall’inizio della sua carriera accademica uno spiccato profilo internazionale. Ha insegnato e fatto attivita’ di ricerca in diversi atenei in Italia e all’estero, anche negli Stati Uniti. E, come esperto, ha fatto parte di organismi europei, come l’Agenzia dei diritti fondamentali della Ue di Vienna. Allieva di Valerio Onida, Cartabia si laurea con lui (che poi diventera’ presidente della Corte Costituzionale) nel 1987, all’Universita’ degli studi di Milano, discutendo una tesi sul diritto Costituzionale europeo. Alla Corte Costituzionale arriva nel 2011: e’ la terza donna dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle ed e’ una dei giudici costituzionali piu’ giovani della storia della Consulta. A volerla, a soli 48 anni, e’ il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ne apprezza l’attivita’ di autrice e studiosa particolarmente impegnata sulla tematica dell’integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali, cosi’ come nella materia dei diritti fondamentali nella loro universalita’. Di lei ha grande stima anche l’attuale capo dello Stato: i due condividono l’esperienza di giudici costituzionali per alcuni anni, in cui sono anche vicini di casa, nella foresteria della Consulta.

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Anni fatti anche di qualche cena insieme in un ristorante romano, “un po’ come studenti fuorisede”, come raccontera’ poi lei stessa in un’intervista Alla Consulta e’ relatrice di importanti sentenze su questioni controverse e che spaccano l’opinione pubblica. Come quella sui vaccini, con la quale la Corte ha stabilito che l’obbligo di farli non e’ irragionevole, bocciando il ricorso della regione Veneto. O quella sull’Ilva, che dichiaro’ incostituzionale il decreto del 2015 che consentiva la prosecuzione dell’attivita’ di impresa degli stabilimenti, nonostante il sequestro disposto dall’autorita’ giudiziaria dopo l’infortunio mortale di un lavoratore. Ha sempre conciliato le grandi responsabilita’ che le sono state attribuite con la famiglia: “penso che questo duplice aspetto della mia vita mi aiuti a mantenere un pizzico di equilibrio”, ha detto in una recente intervista. Ed e’ riuscita a trovare spazio anche per i suoi tanti hobby. Le piacciono tutte le attivita’ all’aperto, jogging e trekking in testa. E ha una grande passione per la musica. Non solo quella classica, che l’ha resa un’habitue’ delle prime della Scala. Ma anche quella rock: quando corre con le cuffie nelle orecchie, la carica gliela danno i Beatles e i Metallica.

PARLA LA QUINTA CARICA DELLO STATO

“La tua elezione e’ la nostra elezione”. Cosi’ le giudici costituzionali Daria de Pretis e Silvana Sciarra, nonche’ la vicepresidente emerita della Corte Fernanda Contri, hanno salutato la nomina di Marta Cartabia a capo della Consulta. A raccontarlo e’ la stessa Cartabia, prima donna a raggiungere la quinta carica dello Stato: “Ringrazio la Corte che mi ha dato fiducia compatta, e questo mi sostiene e mi conforta. Ho avuto il sostegno esplicito anche dei vicepresidenti Morelli e Carosi, il loro e’ stato un passo indietro per un passo avanti della nostra democrazia. L’elezione di una donna non e’ un elemento secondario”. Per questo, la neopresidente della Corte Costituzionale afferma che “si e’ rotto un vetro di cristallo”, auspica di essere stata “un’apripista”: ricordando le parole della neopremier finlandese Sanna Marin secondo cui “l’eta’ e il sesso non contano”, Cartabia, che, 56enne, e’ anche uno dei presidenti piu’ giovani nella storia della Consulta, spera, “visto che in Italia ancora un po’ contano”, di “poter presto dire che non contano piu'”.

Un ringraziamento particolare la neopresidente lo esprime per il suo predecessore, Giorgio Lattanzi, seduto in prima fila durante l’incontro con la stampa dopo l’elezione: “In questi 2 anni ci ha dato una Corte viva, dinamica. Da lui eredito le modalita’ con cui ci ha presieduto, anche se non so se ne saro’ all’altezza”. Cartabia restera’ alla Corte ancora per circa 9 mesi, il suo mandato termina il 13 settembre 2020: e oltre a rilevare che in questo lasso di tempo la Consulta sara’ chiamata a esaminare questioni importanti e delicate – una delle prime sara’ l’ammissibilita’ del referendum sulla legge elettorale in gennaio – conferma la volonta’ dei giudici costituzionali di portare la Costituzione tra i cittadini, come fatto in questi ultimi anni con i ‘Viaggi’ nelle scuole e nelle carceri. “Le nostre visite hanno avuto un effetto ‘valanga’ – sottolinea – molto promettente, c’e’ molta domanda e c’e’ la nostra responsabilita’ ad andare ad ascoltare, a riflettere insieme. La Corte e’ custode della Costituzione e abbiamo voluto interpretare questo ruolo, andando nelle scuole e nelle carceri per portare i valori della Costituzione e abbiamo trovato un enorme desiderio di conoscere, di andare a fondo del patto fondativo su cui la nostra Costituzione si regge”.

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