“Mattarella ha dato la vita per nostra libertà”

3 luglio 2014

”Anche diversi decenni dopo le indagini non mi sono arreso e da Procuratore Nazionale Antimafia ho messo in atto ogni utile strumento a mia disposizione per cercare la verita” su quel delitto e su molti altri che hanno segnato per sempre la vita della mia terra, e del Paese. E ancora oggi, credetemi, anche se chiamato a diverse responsabilita’ istituzionali, pongo a solido fondamento del mio impegno di uomo dello Stato la ricerca della giustizia e della verita’ e il rispetto profondo per chi come Piersanti Mattarella ha dato la vita per le nostra liberta”’. Sono le parole del presidente del Senato, Pietro Grasso in occasione della presentazione del libro di Giovanni Grasso ”Piersanti Mattarella. Da solo contro la mafia” a Palazzo Giustiniani a Roma. ”La figura che da questa biografia emerge nettamente e’ stata da me sempre vista come modello dell’uomo politico e delle qualita’ che deve possedere: competenza, passione, senso di responsabilita’, lungimiranza strategica e slancio etico – rimarca Grasso -. Piersanti Mattarella riusci’ nella sua azione politica a riassumere queste virtu’, consapevole degli effetti che la sua azione avrebbe potuto produrre in una terra difficile come la Sicilia”. ”Ma sara’ sempre necessario che per amore della propria terra in Sicilia si debba mettere a rischio anche la vita? – si chiede Grasso -. La risposta che diede Mattarella, e prima e dopo di lui molti altri, fu un semplice e tragico ‘si’. Il ‘si” che segna la tragedia di chiunque ami fino in fondo questa Sicilia, sognandola, come la sognava Piersanti Mattarella, libera e felice, fiera di vivere senza mafia, senza violenze e sopraffazioni”.

”Mattarella si chiedeva perche’, sono le sue parole, ‘la Sicilia e’ immodificabile, perche’ questa realta’ e’ talmente forte da non essere cambiata? Perche’ non debbono cominciare tutti a credere che questa realta’ non e’ invincibile?’ – prosegue nel suo ricordo Grasso -. In un’intervista tragicamente pubblicata proprio nel giorno della sua morte, sostenne che bisognava ‘intervenire per eliminare quanto a livello pubblico, attraverso intermediazioni e parassitismi, ha fatto e fa proliferare la mafia’ e che fosse ‘pure necessario risvegliare doveri individuali e comportamenti dei singoli che finiscono con il consentire il formarsi di un’area dove il fenomeno ha potuto storicamente, allignare e prosperare’. Un’analisi che all’epoca poteva considerarsi visionaria, ma che ancora oggi rimane attualissima. Un testamento politico drammaticamente moderno, che chiamava ad un rilancio della politica”.

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“Io ho sempre considerato l’omicidio di Piersanti Mattarella di tipo preventivo e conservativo, inteso quindi non tanto a vendicare la sua retta azione di amministratore e statista ma a mantenere lo status quo, impedendo il rinnovamento politico del compromesso storico e la neutralizzazione della penetrazione mafiosa nella Regione. E’ lecito supporre che per tale omicidio si sia verificata una deliberata convergenza di interessi, rientranti tra le finalita’ terroristico-intimidatrici dell’organizzazione, e interessi connessi alla gestione della ‘cosa pubblica’. Tale ultima ipotesi, se esatta, presuppone un intricato intreccio di segreti collegamenti tra i detentori delle rispettive leve del potere politico e mafioso. Una coincidenza di interessi che non siamo mai riusciti a chiarire e che tuttora mi toglie il sonno insieme ad altre intuizioni laceranti su tante stragi di mafia irrisolte. Anche diversi decenni dopo le indagini non mi sono arreso e da Procuratore Nazionale Antimafia ho messo in atto ogni utile strumento a mia disposizione per cercare la verita’ su quel delitto e su molti altri che hanno segnato per sempre la vita della mia terra, e del Paese. E ancora oggi, credetemi – conclude – anche se chiamato a diverse responsabilita’ istituzionali, pongo a solido fondamento del mio impegno di uomo dello Stato la ricerca della giustizia e della verita’ e il rispetto profondo per chi come Piersanti Mattarella ha dato la vita per le nostra libertà”.

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