Il pm Di Matteo attacca il giornalista Vespa su Riina jr: è stato condannato per mafia

Il pm Di Matteo attacca il giornalista Vespa su Riina jr: è stato condannato per mafia
31 gennaio 2017

Nino Di Matteo, il pm nel processo sulla trattativa Stato mafia, attacca Bruno Vespa nove mesi dopo l’intervista a Riina jr, andata in onda nell’aprile scorso sulla tv pubblica. Per il sostituto procuratore di Palermo il punto non è che un giornalista intervisti il figlio di Totò Riina, ma che non aver ricordato durante la trasmissione ‘Porta Porta’ chi era la persona che aveva davanti.

L’INTERVISTA Vespa avrebbe dovuto ricordare nell’intervista a Salvo Riina, che “chi stava intervistando era stato a sua volta definitivamente condannato per mafia” ha detto. “Avrebbe dovuto ricordare – ha detto Di Matteo in una trasmissione televisiva – anche le intercettazioni ambientali dei colloqui in carcere con il suo co-detenuto, nelle quali Riina padre godeva di come avesse fatto saltare in aria Giovanni Falcone, gli agenti della scorta, Borsellino, Chinnici e tanti altri. Il giornalista non ha avuto il coraggio di fare il suo dovere in questo caso, anche nel fare capire chi i telespettatori avessero di fronte”. E ancora: “Quando descriveva il contesto in cui il padre aveva accolto la notizia della strage di Capaci, il giornalista, se fosse stato veramente completo e incisivo, avrebbe ricordato, e sono un atto pubblico, le intercettazioni in cui Salvo Riina, passando da Capaci esaltava le gesta del padre”.

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MAGISTRATI E POLITICA Poi riferendosi al rapporto tra magistratura e politica ha sostenuto: “Non e’ vero che la magistratura – ha detto – ha invaso il campo della politica. Al di là di qualche errore, che pure c’e’ stato, la verita’ e’ che la politica ha fatto un passo indietro e ha delegato la lotta alla mafia ai magistrati e alle forze dell’ordine, come se fosse una questione di ‘sbirri’. La politica ha abdicato a lungo al suo ruolo. Mentre sono decisive le scelte politiche e amministrative”. Per il magistrato, Pm nel processo sulla trattativa Stato-mafia, “Siamo a meta’ del guado”, siamo in un momento in cui ci sono tante spinte a cambiare e tante contro-spinte a tornare indietro. Serve l’impegno di tutti i cittadini, ma occorre che l’esempio virtuoso parta dalla politica, da una politica che, finalmente, invece di occuparsi degli affari suoi, si occupi dell’interesse della collettivita’”.

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