Maxi operazione contro la camorra a Napoli, 126 arresti Boss donna irreperibile

26 giugno 2019

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli hanno arrestato 126 affiliati ai clan Contini, Mallardo e Licciardi, facenti parte della cosiddetta “alleanza di Secondigliano”. La maxi-operazione ha interessato non solo la provincia di Napoli e altre localita’ del territorio nazionale, ma anche diversi stati esteri, dove i carabinieri, tramite Interpol, si sono avvalsi della collaborazione delle locali forze di polizia.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia e hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati: dall’associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione, all’usura, al riciclaggio e altri. Contestualmente, inoltre, la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro il patrimonio ritenuto provento dell’attivita’ illecita, per un valore di circa 130 milioni di euro. Sono stati ricostruiti gli assetti gerarchici interni all’alleanza di Secondigliano e sono stati documentati i numerosi reati che sarebbero stati commessi dagli affiliati, indicatori della capacita’ di intimidazione esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all’interno di strutture pubbliche.

BOSS DONNA LATITANTE Questa mattina le forze dell’ordine hanno bussato alla porta di casa sua alle prime luci dell’alba, ma Maria Licciardi non era nel suo appartamento. Risulta tutt’ora irreperibile per la notifica della maxi ordinanza che ha colpito il gruppo criminale da lei diretto. Maria Licciardi, sorella del boss di Vincenzo, e’ detta ‘a piccerella”, ed e’ considerata non solo a capo del clan che porta il suo cognome ma ai vertici della consorteria chiamata Alleanza di Secondigliano che raggruppa i Licciardi, i Mallardo, i Contini, i Bosti, i Rullo.

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IL PM Per il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, l’ospedale San Giovanni Bosco “era diventato la sede sociale dell’Alleanza di Secondigliano: gli uomini dei Contini controllavano il funzionamento dell’ospedale, dalle assunzioni, agli appalti, alle relazioni sindacali”. Secondo Melillo, “l’ospedale era diventata la base logistica per trame delittuose, come per le truffe assicurative attraverso la predisposizione certificati medici falsi”.

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