Mazzette e appalti: 95 indagati, in manette politici di primo piano

Mazzette e appalti: 95 indagati, in manette politici di primo piano
7 maggio 2019

Sono 95 in totale le persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio, nell’inchiesta coordinata dal Procuratore Aggiunto e responsabile della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Tra gli arrestati, ci sono il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia e il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee. I due politici sono finiti in manette nell’operazione della Dda di Milano che ha tra i protagonisti, per uno dei filoni dell’inchiesta, l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl, anch’egli arrestato. In particolare, dall’inchiesta milanese emerge che Tatarella, candidato alle Europee, sarebbe stato a “ibro paga” dell’imprenditore D’Alfonso da cui avrebbe ottenuto 5mila euro al mese e in cambio l’avrebbe favorito negli appalti dell’Amsa, e l’avrebbe introdotto in altri appalti a Varese e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare di FI Diego Sozzari.

C’e’ anche un intero capitolo dedicato alla presunta proposta corruttiva rifiutata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nell’ordinanza di custodia cautelare con al centro un presunto sistema corruttivo ramificato in Lombardia. Quello che emerge e’ che solo dall’ultima intercettazione gli inquirenti arrivano alla conclusione che “si ricava chiaramente la volonta’ del Presidente Fontana di non accondiscendere all’istigazione corruttiva avanzata nei suoi confronti” dal politico varesino Gioacchino Cainiello. In precedenza, spiega il gip Raffaella Mascarino, Fontana mostra di prendere in considerazione la presunta ipotesi illecita avanzata. Subito dopo l’elezione dell’esponente leghista, Cainiello prospetta la possibilita’ a Fontana di ‘sistemare’ il suo socio di studio Luca Marsico, per compensarlo della mancata rielezione alle regionali del 2018. In sostanza, ventila al neo presidente di far ottenere a Marsico, socio dello studio in cui Fontana esercita la professione di avvocato, “alcune consulenze remunerative da parte dell’ente Afol Metropolitana di cui Giuseppe Zingale era (ed e’) Direttore Generale in cambio della nomina dello stesso Zingale alla Direzione Generale Lavoro e Formazione della Regione Lombardia”.

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Dal canto suo, Zingale “non si limita passivamente a recepire la proposta di Caianiello quale semplice pedina della complessiva manovra corruttiva, ma subito aderisce alla stessa e prospetta delle concrete opportunita’ decisive per il buon esito della ‘combine'”. Per spiegare il presunto tentativo di corruzione, il gip ricorda che la mancata rielezione di Marsico “e’ riconducibile al boicottaggio della sua campagna elettorale da parte di Cainiello, il quale ha deciso di puntare sul deciso sostegno elettorale al candidato Angelo Palumbo” che, anche grazie alla dote in voti portata da Cainiello, riesce a centrare il traguardo. “La mancata rielezione di Marsico – viene spiegato nell’ordinanza – fa sin da subito registrare la volonta’ del Presidente Fontana di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio e, a tal fine, lo stesso intrattiene una serie di incontri con Caianiello”. “Fontana, dopo un’iniziale apertura sul punto – e’ la conclusione del giudice – preferira’ successivamente percorrere una diversa strada, non accogliendo la proposta corruttiva avanzatagli da Caianiello”. Diverse le intercettazioni sulla vicenda riportate nell’ordinanza. In una di queste, Caianiello racconta all’amico e consigliere regionale Angelo Palumbo di un incontro avvenuto con Fontana e Marsico.

Stando ai racconti di Caianiello, della questione si sarebbe interessato anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Sempre il politico varesino afferma di avere messo in guardia Fontana sui pericoli che avrebbe corso a interessarsi “in prima persona in relazione alla risoluzione del problema di Marsico (“‘guarda tu questa cosa non devi fare, perche’ domani mattina quando esce una cosa del genere la collegano a te, tu devi capire che sei nell’occhio del ciclone!..sei il Presidente della Regione Lombardia!..”). Nel suo ‘piano’, spiega nelle intercettazioni, Caianiello e’ convinto che Fontana non corra rischi perche’ Afol e’ un ente che non presenta alcun legame formale con la regione Lombardia e, quindi, il suo utilizzo non si presterebbe a indurre alcun sospetto di favoritismo”: “coniughiamo l’utile al dilettevole, io ti propongo Giuseppe come direttore generale qua, lui ha in mano questa societa’ e non ha un cazzo a che vedere con la Regione..lascia fare..quindi da qui partono le consulenze per questo poveretto del tuo socio che non sa come arrivare a fine mese…e io ti ho risolto il problema”.

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Nella sua ricostruzione, il gip sottolinea che “in favore della serieta’ e attendibilita’ contenutistica della proposta corruttiva avanzata da Cainiello” c’e’ la circostanza che Caianiello ha raccontato la sua proposta corruttiva “al massimo esponente del partito della Lega in provincia di Varese, Matteo Bianchi, uomo particolarmente vicino al presidente Fontana, atteso che Bianchi, in caso di sua millanteria, ben avrebbe potuto smentirlo, riferendo tale conversazione proprio al presidente”. “Ma il riscontro decisivo in ordine alla serieta’ ed attendibilita’ contenutistica della proposta illecita avanzata da Caianiello – prosegue il gip – lo si ricava direttamente da una successiva conversazione captata con il Presidente Fontana il quale, dopo poche decine di minuti, chiama al telefono Cainiello. I due dialogano in modo criptico, senza mai pronunciare i nomi delle persone o specificare le vicende di cui trattano. A Cainiello Fontana spiega “di stare valutando anche un’altra strada in modo da avere delle alternative, per poi decidere, insieme a Caianiello quale sia la migliore tra le due, o se dare seguito ad entrambe: “anch’io sto andando avanti in un’altra direzione – sono le parole del Presidente quando poi ti dico mettiamo insieme le due cose e vediamo. Va molto bene, io ti ripeto comunque che ho voluto percorrere un’altra strada in modo che abbiamo delle alternative, poi insieme ci troviamo e decidiamo quale sia la miglioreio dovrei avere una risposta definitiva per la mia cosa, cosi’..ti ripeto confrontiamo le due ipotesi e vediamo quale sia la migliore o magari tutte e due vediamo”.

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A tale fine, i due prospettano di vedersi di persona il successivo martedi’ 3 aprile 2018, per pranzare insieme presso la “mensa dei poveri” (cosi’ viene definito in gergo il ristorante “Da Berti” di Milano): “martedi’, martedi’ ci..ci sentiamo e ci vediamoah martedi’ se siamo..io son giu’ anch’io, sentiamoci magari mangiamo un boccone insiemealla mensa, si’ quella dei poveri”. Infine, Caianiello consiglia a Fontana di lasciar stare “quella cosa”, riferendosi alla strada alternativa che lo stesso Fontana dal vivo gli aveva gia’ prospettato, ovvero quella di rivolgersi, per la risoluzione di tale problema, a Giovanni Toti: “io mi permetto di dire che..lascia declinare quella cosa, tu non c’entri niente, stai fuori Questo per testimoniarti che io ci penso, non tanto per te, lo so che lo sai”, parole alle quali Fontana risponde, affermando che l’altra ipotesi che sta valutando non e’ quella che gli aveva riferito in precedenza ma un’altra: “no, no, no, no, no, ma poi quando ti dico anche la mia e’ una cosanon e’ quella che ti avevo detto, non e’ quella”. Quindi Fontana ammette di aver seguito quasi tutti i suoi consigli: “ma anch’io ci penso hai visto che i tuoihai visto che i tuoi..i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti, nel senso che”. Al riguardo, Caianiello replica: “non te ne..non te ne pentirai vedrai, non te ne pentirai e Fontana lo loda, “ricordandogli di aver gia’ seguito quasi tutti i suoi consigli sulle nomine per la composizione della Giunta regionale (“Hai visto che i tuoi..i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti”).

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