Mdp prepara lista unica con Si. E D’Alema chiama pisapiani

10 ottobre 2017

Il day after della sinistra non è semplice, lo strappo era annunciato ma lascia comunque disorientati i protagonisti, che ora devono in breve tempo ridefinire una strategia. Mdp cerca di accelerare, prima riunisce il coordinamento e poi Roberto Speranza si vede alla Camera con Nicola Fratoianni, il principale alleato cui ora si guarda per le elezioni. Giuliano Pisapia resta lontano da Roma, ma alcuni dei suoi deputati – quelli al momento ospiti del gruppo Mdp – si riuniscono alla Camera per fare il punto della situazione, mentre Massimo D’Alema si mette al telefono e chiama Ciccio Ferrara, ex Sel e molto vicino all’ex sindaco di Milano. Gli ex Pd ora sono al lavoro per arrivare al più presto a definire la lista unica. “E’ chiaro – spiega uno dei bersaniani – che a questo punto l’orizzonte non è più verso un soggetto politico, come volevamo fare con Pisapia, ma una lista unica. Perché con loro si può immaginare solo una lista unica…”. “Loro” sono appunto Sinistra italiana e l’area di Tomaso Montanari e Anna Falcone, oltre a Possibile di Pippo Civati. Speranza e Fratoianni hanno cominciato a discuterne. Resta la data del 19 novembre, ma bisogna capire se sarà un appuntamento targato solo Mdp – e in quel caso, spiegano, sarebbe di fatto un vero e proprio “congresso fondativo” – o se diventerà già il primo appuntamento della lista unitaria, l’occasione magari per presentare il programma comune e il simbolo da presentare alle elezioni.

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Ma, appunto, Mdp prova anche a tenere aperto qualche canale con Campo progressista. A Milano D’Alema dice che le porte sono “aperte”, a Ciccio Ferrara, al telefono, spiega a lungo perché è un errore la scelta di Pisapia e perché è necessario restare tutti uniti. E tra gli uomini vicini a Pisapia, in effetti, un po’ di fibrillazione c’è. La rottura sembra ormai agli atti, ma la prospettiva è tutta da costruire. Pisapia ora vuole rilanciare l’impostazione del “centrosinistra largo”, prima con un’assemblea di Cp il 28 ottobre, poi partecipando a un incontro con Emma Bonino, Romano Prodi, Enrico Letta e Carlo Calenda. Ma in mezzo c’è, innanzitutto, la legge elettorale. Prima di decidere le prossime mosse, bisogna capire se il Rosatellum passerà le forche caudine del voto segreto. “Con il Rosatellum – dice uno dei fedelissimi di Pisapia – l’orizzonte è quello di un accordo elettorale col Pd, una forma di desistenza…”. Ma se tutto si bloccasse e restasse in piedi il Consultellum, il progetto del “centrosinistra largo” sarebbe sicuramente più impervio. Anche per questo, alla riunione dei deputati di Mdp di fede pisapiana per ora non è stata presa nessuna decisione sull’ipotesi di costituire gruppi parlamentari di Cp. I numeri, peraltro, non aiutano: per un nuovo gruppo servono 20 deputati, alla Camera, e da Mdp non ne uscirebbero più di 7-8, secondo alcuni calcoli. A questi andrebbero sommati Bruno Tabacci e altri esponenti centristi, oltre magari a qualche Pd come Franco Monaco. Ma, appunto, il discorso è prematuro. Prima c’è da capire come si chiude la partita della legge elettorale.

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