Il medico e l’infermiera, la coppia diabolica: “Ogni tanto ho voglia di uccidere qualcuno”

Il medico e l’infermiera, la coppia diabolica: “Ogni tanto ho  voglia di uccidere qualcuno”
30 novembre 2016

“Io ogni tanto ho questa voglia di uccidere qualcuno, ne ho bisogno”. Era il 25 giugno del 2015 quando Laura Taroni (foto), l’infermiera killer accusata insieme al “dottor morte” di omicidio volontario per decessi sospetti in corsia all’ospedale di Saronno, pronunciava queste parole intercettate dai carabinieri del Nucleo operativo della cittadina varesina. In queste poche battute emerge tutto il “convincimento delittuoso” della donna, come lo hanno definito gli inquirenti nelle carte dell’ordinanza che ne ha disposto l’arresto. Un convincimento radicato, “cronicizzato”, nella donna che è accusata insieme al medico e amante Leonardo Cazzaniga (foto) dell’omicidio volontario del marito Massimo Guerra, morto il 30 giugno 2013, dopo la somministrazione per mesi di farmaci come insulina, antibiotici e antibatterici senza “necessità terapeutica”. All’uomo, di professione agricoltore, la donna aveva fatto credere di essere affetto da diabete e altre malattie. Sul medico pende anche l’accusa di omicidio volontario plurimo per altre quattro morti avvenute nel pronto soccorso di Saronno tra febbraio 2012 e aprile 2013.

Secondo alcuni testimoni Cazzaniga avrebbe più volte citato il suo “protocollo” per accelerare la morte di alcuni malati arrivati al pronto soccorso: “Con questo paziente dispiego le mie ali dell’angelo della morte”, “io sono Dio”, si legge nelle pagine dell’ordinanza a proposito dell’anestesista. La banalità del male unita al delirio di onnipotenza emerge anche nei dialoghi tra madre e i suoi due bambini, in cui l’omicidio diventa uno dei tanti argomenti di conversazione quotidiana. “L’omicidio deve essere una cosa per cui non ti scoprono; se ti scoprono vai in galera” spiega la donna ai figli, aggiungendo subito dopo: “L’omicidio perfetto non esiste”. Bisogna, avverte, “pensarlo bene, non è che tu ti svegli la mattina e dici ‘ah passo a filo di lama quello’, no! Non è così che si pensa bene un omicidio! L’omicidio va pensato”. Nel seguito della conversazione, Laura Taroni spiega al figlio: “Bisogna essere furbi e commettere l’omicidio perfetto: quello farmacologico, che permette di uccidere senza lasciare tracce”. Sono gli inquirenti stessi nell’ordinanza a definire i dialoghi intercettati coi figli “umanamente di deprimente lettura”. Una considerazione corroborata da un ulteriore stralcio dello stesso dialogo, in cui la Taroni ragiona coi figli dell’omicidio di altri parenti. “Cosa avresti fatto (dei corpi, ndr)? Li avresti fatti sparire così? – dice la madre a uno dei due bambini – Non è così semplice, sono grosse eh! L’umido da noi passa solo una volta a settimana, li tieni in freezer nel frattempo? Cosa avresti fatto…non abbiamo più neanche i maiali, lo sai che non abbiamo più neanche i maiali?”.

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Quando, poi, la coppia diabolica inizia a sospettare di indagini in corso, simula un interrogatorio, ragiona sulle ipotesi di reato e sulle prove in mano agli inquirenti. “Tu non pensi che io possa correre un rischio, il rischio di essere accusato di omicidio volontario?”, le chiede lui cercando di autoconvincersi che i suoi omicidi possano passare per eutanasia. Ma lei lo richiama alla realtà dei fatti: “Non diciamo stronzate, l’eutanasia è un’altra cosa. L’eutanasia è quando uno è ancora lucido, una persona lucida, presente, che ti chiede di porre fine alla sua vita, questa è l’eutanasia!”. Nei vari tentativi di autorassicurazione, i due parlano anche delle prove concrete che potrebbero portare a una accusa nei loro confronti. E’ del luglio 2015 una intercettazione in cui il medico Cazzaniga si congratula con l’infermiera per “l’eccellente idea” di cremare il corpo del marito dopo la morte. “Poi tu hai avuto una eccellente idea oltretutto” le dice alludendo anche alla cremazione del corpo della madre, altra morte sospetta su cui ancora si indaga. La scelta fatta dopo la morte di Massimo Guerra, li fa sentire al sicuro. “Proprio non ci sono elementi, capito? Devono avere delle prove cocenti per riesumare le ceneri, eh casomai per riesumare i cadaveri non le ceneri” afferma il medico in un altro passaggio della stessa intercettazione. “Dalla cremazione non possono costruire niente”, lo rassicura lei.

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Intanto, il giorno dopo l’arresto degli amanti killer dell’Ospedale di Saronno, il centralino dei carabinieri della cittadina in provincia di Varese che hanno eseguito l’operazione è sommerso da decine di chiamate di cittadini preoccupati. Sono i parenti di persone malate che hanno avuto a che fare col Pronto Soccorso di Saronno e sono morte negli anni in cui Leonardo Cazzaniga, il “Dottor Morte” come lui stesso si definiva, avrebbe ucciso almeno quattro pazienti ricoverati durante i suoi turni con dosi letali di farmaci, oltre al marito della sua amante infermiera, Laura Taroni, quinto omicidio della coppia diabolica, di cui è accusata anche la donna. Le indagini sulla coppia proseguono non solo per quanto riguarda altre presunte morti sospette in Ospedale ma anche alcuni casi di decessi nella famiglia dell’infermiera, in particolare la morte di sua madre, contraria alla relazione col medico, e del suocero. In attesa dei primi interrogatori il medico e l’infermiera sono stati portati rispettivamente nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Como.

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