Meloni e Salvini in piazza a Roma contro i “poltronari”: “Elezioni, elezioni!” e “Ladri di sovranita’”

9 settembre 2019

E’ la piazza contro le poltrone. Le stesse che occupava la Lega governativa fino a un mese fa, e ora passate ai “poltronari dell’inciucio”. Sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini i nuovi ‘barricaderi’ che, insieme, protestano davanti Montecitorio contro il Conte bis nelle stesse ore in cui chiede la fiducia alla Camera. “Elezioni, elezioni!” e “Ladri di sovranita’”, sono le parole d’ordine della piazza convocata da Fratelli d’Italia ma che coinvolge anche i leader della Lega. Per il ‘dress code’ prevale il rosso bianco e verde, nessuna bandiera di partito, mentre non mancano i fischi al premier e poco lontano qualcuno fa i saluti romani durante l’inno di Mameli. A separare i manifestanti dal Palazzo, ci sono un obelisco, meno di 100 passi e un portone chiuso per lavori. Una casualita’ che simbolicamente amplifica la distanza con chi e’ dentro. Fuori, migliaia di persone: 30 mila, secondo FdI che ha lanciato il sit-in pochi giorni fa. La Lega aderisce in corsa, ma alla fine si prende la scena e si fa sentire anche in Aula, protagonista di cori e fischi che interrompono il premier. Scende in piazza pure il governatore Giovanni Toti di ‘Cambiamo’. Assente invece Forza Italia che segna la differenza in nome di “un’opposizione in Parlamento e su cose concrete”.

Non il centrodestra al completo, quindi, ma “un pezzo di Italia schifato dai poltronari e che chiede di votare” e’ quello che occupa per tre ore lo spazio tra Montecitorio e le piazze vicine. Lo urla dal palco Salvini, galvanizzato dalla gente che gli chiede di non mollare e che, prima, lo accerchia per i soliti selfie e abbracci nel breve tratto tra Montecitorio e piazza Capranica. Li’ c’e’ un maxischermo, un altro e’ al Pantheon e altre centinaia di persone restano in via del Corso, aldila’ delle transenne dove li fermano le forze dell’ordine. “Oggi avremmo potuto riempire piazza del Popolo per quanti siamo!”, arringa i suoi la presidente di FdI, che attacca il Pd e M5s come “i peggiori voltagabbana che si siano mai visti, Scilipoti gli allaccia le scarpe al confronto”. Poi passa la parola a Salvini con un “bentornato al mio amico Matteo”. “L’onore e la dignita’”, sono le prime parole pronunciate dall’ex vicepremier che un po’ le ruba la scena e chiude la manifestazione. E’ in camicia bianca ma di fatto e’ quella verde del Carroccio che sembra rimettersi addosso. Cosi’ incita la folla: “Mi hanno chiesto se questa e’ una piazza eversiva…Mamma mia, quante mamme eversive ci sono oggi!”, scherza. Al contrario, esalta “una piazza fatta di persone a volto scoperto e disarmate”. Non e’ tenero con i nuovi governanti e li paragona a “dittatori chiusi nei palazzi e che si vergognano a uscire”.

Ma promette battaglia se proveranno a smontare quota 100 e a riaprire i porti. “Non li lasceremo uscire da quel Palazzo, ci staranno giorno e notte, Natale e ferragosto”, urla tra gli applausi. E aggiunge: “Se proveranno a riaprire i porti, li chiudiamo noi tutti insieme”. Toni molto diversi da quelli di FI che mostra apertamente la differenza di stile e dissenso al Conte bis. “La nostra sara’ un’opposizione seria, tenace, sulle cose”, e’ il mantra che ripete Silvio Berlusconi parlando ai suoi nella riunione ai gruppi, in mattinata. E martella: “Faremo opposizione in Parlamento, perche’ quello e’ il luogo dove in democrazia si esercita la sovranita’ popolare”. Non manca una stoccata al resto del centrodestra che gli rimprovera l’assenza in piazza: “Non abbiamo bisogno che nessuno ci dia lezioni su quando andare in piazza”, fa sapere replicando forse a Salvini. Per l’ex ministro dell’Interno “FI ci sara’ il 19 ottobre (giorno della manifestazione della Lega a Roma, ndr). Chi non c’e’ oggi, ha un mese di tempo per decidere”. Ma Berlusconi non si preoccupa: “La coalizione di centrodestra l’ho fondata io, non voglio romperla”. E taglia corto: “Siamo alleati ma ben distinti”.

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