Meriti speciali, sì a cittadinanza per Ramy: “Il giorno più bello della mia vita”

27 marzo 2019

Ramy Shehata diventera’ cittadino italiano per meriti speciali, ben prima del compimento del suo diciottesimo compleanno. “Il giorno piu’ bello della mia vita”, ha detto il ragazzino-eroe a Parma, allo stadio Tardini, dando il ‘cinque’ a tutti gli ‘azzurri’ prima della sfida con il Liechtenstein. Ad una settimana dal fallito attacco al bus a San Donato Milanese, il tredicenne figlio di genitori egiziani che ha dato l’allarme ai carabinieri ottiene quello che ha chiesto e ripetuto a tutti fin dall’inizio di questa storia. Ed ora puo’ finalmente essere felice. “Sono contentissimo, ringrazio Salvini e Di Maio”. Poco importa dunque se l’atto formalmente ancora non c’e’: Matteo Salvini ha dato il via libera – “e’ come mio figlio, avra’ la cittadinanza” – e proprio in occasione dell’incontro al Viminale con i carabinieri e alcuni ragazzi che erano su quell’autobus, avviera’ formalmente l’iter che prevede che la cittadinanza sia concessa con “decreto del presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro degli Affari esteri”.

Ma non solo: la procedura riguardera’ anche Adam El Hamami, l’altro ragazzino figlio di immigrati marocchini che ha dato l’allarme sul bus, e che con Ramy ha salutato tutti i giocatori della nazionale. Un lieto fine di cui i Cinquestelle, con Di Maio in testa, si intestano il successo: “siamo felici di aver convinto Salvini”. La svolta e’ arrivata durante la registrazione della prima puntata del nuovo Maurizio Costanzo Show. Dopo aver stretto la mano al vincitore di Sanremo Alessandro Mahmood, con il quale c’erano state una serie di polemiche, Salvini ha infatti risposto in maniera netta alla domanda. Ma Ramy avra’ la cittadinanza? “Si’, assolutamente, perche’ e’ come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese”. Per poi aggiungere: “il ministro e’ tenuto a far rispettare le leggi anche se, per atti di bravura o coraggio, le leggi si possono superare”.

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Il nodo su cui stavano lavorando al Viminale era chiaro gia’ da alcuni giorni ed era rappresentato dai problemi con la giustizia del padre di Ramy, Khaled Shehata. L’uomo ha diversi precedenti di polizia – un reato di permanenza irregolare in Italia, una denuncia per rapina nel ’99 e il fatto di aver falsamente attestato di essere un pubblico ufficiale – ma nessuna condanna penale. La soluzione che verra’ adottata e’ quella di concedere la cittadinanza per “meriti speciali” solo a Ramy e non al resto dei familiari, un percorso che ha di fatto un unico precedente – quello di Alfie Evans, il bimbo inglese affetto da una grave malattia al quale e’ stata concessa per consentirgli di essere curato in Italia – che pero’ non si e’ concretizzato perche’ il piccolo e’ morto. “Io non ne so ancora niente – dice Khaled Shehata – ma se fosse cosi’ sarei contentissimo, e sara’ contento anche mio figlio Rami, che e’ qui con me, ha una faccia felice ed e’ contentissimo”.

L’ufficialita’ arrivera’ dunque nel corso dell’incontro al Viminale tra il ministro, 12 carabinieri e 5 ragazzini del bus: oltre a Ramy e Adam ci saranno anche Aurora, rimasta calma davanti al sequestratore nonostante fosse in ostaggio; Fabio, che ha parlato con il terrorista cercando di tranquillizzarlo, e Nicolo’, che si e’ offerto come ostaggio. Chiusa dunque la vicenda, esultano i Cinquestelle, che anche oggi erano tornati alla carica con Salvini. Lo fa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che in mattinata aveva ribadito la necessita’ di concedere la cittadinanza a Ramy: “prendo atto che finalmente anche Salvini si e’ convinto. Questa e’ la ennesima dimostrazione di come questo governo possa viaggiare compatto per i cittadini”. E lo fa Luigi di Maio. “Nei giorni scorsi avevo inviato una lettera proprio ai ministeri competenti per chiedere loro di conferire la cittadinanza per meriti speciali al piccolo Ramy – dice il vicepremier – Sono felice di aver convinto anche Salvini sulla cittadinanza a questo bambino. L’ho gia’ detto: questo e’ un Paese che vale molto piu’ della semplice indignazione”.

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