Nuovo messaggio di al Baghdadi è cambio di strategia, Isis pronta a colpire l’Occidente

Nuovo messaggio di al Baghdadi è cambio di strategia, Isis pronta a colpire l’Occidente
Il califfo, Abu Bakr al Baghdadi
23 agosto 2018

Il Califfo si rifà vivo dopo un anno con un audio diffuso in rete per annunciare il cambio di strategia dell’Isis dopo le sconfitte subite: non avere più uno Stato con un territorio, ministeri e leggi, ma ripiegare sulla vecchia strategia del terrore jihadista tanto cara al fondatore di al Qaida, lo sceicco Osama bin Laden, con attacchi terroristici in tutto il mondo nella certezza che la Jihad trionferà.

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L’audio attribuito ad Abu Bakr al Baghdadi, che dura 55 minuti, è stato diffuso sulla piattaforma social Telegram da Al Furqan, riferibile al Califfato ed è stato segnalato, per primo, da Site, sito d’intelligence americano che monitora le attività dei jihadisti in rete. “Dai la bella notizia a coloro che sopportano con pazienza”, è invece il titolo del messaggio preso in prestito da un verso del Corano, il libro sacro dell’Islam.

ATTACCARE L’OCCIDENTE “La vittoria o la sconfitta per i jihadisti non è nella conquista di una città o di un territorio, non dipende da chi possiede una supremazia aerea o missili intercontinentali o intelligenti, ma nelle forza dei nostri soldati”, afferma il Califfo sulla cui testa pende una taglia Usa di 25 milioni di dollari. Quindi al Baghdadi sollecita la Jihad definendo “leoni feroci”, gli autori degli ultimi attacchi in Europa e Canada. E seguendo le orme del suo stesso ex portavoce in Siria, Mohamed Adnani, prima di esser ucciso da un drone americano, invita i suoi seguaci a usare “bombe, coltelli o automobili” per compiere attacchi in occidente.

MESSAGGIO RECENTE Il messaggio, il primo dal settembre 2017, non porta una data precisa ma è rivolto ai musulmani in occasione di Eid al-Adha, l’annuale festività musulmana del sacrificio che termina domani. Segno che il video è recente anche perché condanna l’Arabia Saudita per avere, la settimana scorsa, elargito fondi per 100 milioni di dollari a sostegno degli sforzi della Coalizione Internazionale a guida Usa nel Nord della Siria.

“RESISTERE” Quindi l’invito ai suoi seguaci di “resistere”: “Coloro che dimenticano la loro religione, la loro pazienza, la Jihad contro i loro nemici e la loro certezza nella promessa del Creatore, perdono e sono in disgrazia”, ha affermato il leader prima di aggiungere: “Ma quando vi si aggrappano, sono potenti e vittoriosi, anche se dopo un certo tempo”. Nella sua prima, e finora unica apparizione pubblica, al Baghdadi dalla grande moschea di Mosul, nel Nord dell’Iraq, proclamò la nascita del suo Califfato dopo aver invaso vasti territori in Siria e Iraq. Ma da allora il sedicente Stato Islamico ha perso la maggior parte dei suoi territori in varie offensive in entrambi i paesi.

“IL CALIFFATTO RIMARRA'” Il “califfato rimarrà, ad Allah piacendo”, ribadisce oggi al Baghdadi rivolgendosi ai seguaci del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa. Poi ripete le solite minacce agli Stati Uniti e alla Russia, che hanno entrambi sostenuto le offensive contro l’Isis, affermando che i jihadisti “hanno preparato orrori” per loro. Parlando della Siria dilaniata dalla guerra, critica i combattenti ribelli per aver “ceduto” le loro armi attraverso accordi con il regime di Damasco invitandoli a unirsi al suo gruppo jihadista. Al Baghdadi è stato dichiarato morto o ferito in diverse occasioni nel passato senza mai la notizia trovasse conferma.

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Lo scorso maggio, un funzionario dei servizi segreti iracheni ha detto che lo sceicco “è vivo” e si trova in territorio siriano vicino al confine iracheno. Lo stesso funzionario, ha assicurato che il cappio si sta chiudendo attorno al leader jihadista dopo che le forze irachene hanno catturato cinque alti comandanti dell’Isis in un raid compiuto in Siria lo scorso 24 marzo. A luglio, i servizi segreti iracheni hanno riferito che il figlio di al Baghdad, Hudhayfah al-Badri, era stato ucciso in Siria da tre missili russi diretti a una grotta in cui si nascondeva. Nel settembre 2017, in un messaggio audio attribuito ad al Baghdadi, il leader dell’Isis ha invitato i suoi combattenti in Siria e in Iraq a “resistere” ai loro nemici.

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Oggi, dopo una vasta campagna militare da parte delle forze irachene sostenute da una coalizione guidata da Washington, il gruppo jihadista conta solo su cellule sia in Iraq che in Siria dove l’Isis ha affrontato due distinte offensive da parte delle forze di regime di Damasco sostenute dalla Russia e un’altra da un’alleanza curdo-araba sostenuta dalla coalizione a guida Usa. Oggi, gli uomini del Califfato nero controllano alcune sacche nell’estremo est della Siria vicino al confine iracheno e conservano una presenza nel vasto deserto che si estende da Damasco fino alla frontiera con l’Iraq. Negli ultimi anni, l’Isis ha rivendicato una serie di attacchi in Occidente. Lo scorso luglio, il gruppo jihadista si è assunto la responsabilità di un attacco in Canada in cui un uomo armato ha ucciso due persone. Lo scorso mese, il gruppo ha ucciso circa 250 persone in attacchi nella provincia meridionale siriana di Sweida e detiene tutt’ora decine di ostaggi, in maggioranza donne e bambini. Con questo ultimo messaggio, al Baghdadi invita i suoi seguaci a compiere ulteriori attacchi in Occidente. askanews

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