Su Messico, Trump non molla: “Se necessario realizzeremo un muro umano”

Su Messico, Trump non molla: “Se necessario realizzeremo un muro umano”
Il presidente degli Usa, Donald trump
5 febbraio 2019

“Se necessario realizzeremo un muro umano”: cosi’ a poche ore dal discorso sullo stato dell’Unione Donald Trump torna a lanciare l’allarme per l’arrivo al confine Usa-Messico di una nuova ondata di immigrati dal Centro America. “Un numero enorme di persone sta arrivando attraverso il Messico – scrive su Twitter – nella speranza di passare il nostro confine meridionale. Abbiamo inviato altri militari, e se necessario costruiremo un muro umano. e avessimo un muro vero questo non sarebbe un evento”.

Questa sera (le tre di domani mattina in Italia), Trump infatti, pronuncerà l’atteso discorso sullo stato dell’Unione, inizialmente in programma il 29 gennaio, rimandato a causa del parziale shutdown del governo federale, dopo un braccio di ferro che il presidente statunitense ha perso contro la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, che gli ha imposto di attendere la fine della paralisi, durata 35 giorni (un record nella storia statunitense). Trump ha promesso un discorso concentrato sul bisogno di “unificare” la politica americana, ma pochi credono che il presidente non finirà per cedere alla sua indole vulcanica e all’accertata predisposizione allo scontro.

Tanto più che il suo secondo discorso davanti a tutti i membri del Congresso, pronunciato come da tradizione alla Camera, avrà come tema principale il muro con il Messico. Proprio lo scontro tra repubblicani e democratici sulla costruzione del muro aveva provocato lo shutdown e, visto che difficilmente si troverà un accordo in Congresso, Trump potrebbe usare il potere di dichiarare l’emergenza nazionale per finanziare il muro, aggirando il Congresso. Il presidente sottolineerà la necessità di aumentare la sicurezza al confine, tema che sarà senza dubbio centrale anche nella prossima campagna elettorale presidenziale.

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Il presidente parlerà senza dubbio anche di Corea del Nord, visto che ha anticipato che fornirà maggiori dettagli sul prossimo incontro con il leader Kim Jong Un, che dovrebbe tenersi entro la fine del mese, forse in Vietnam. Secondo Trump, Pyongyang non rappresenta più una minaccia e rinuncerà interamente al nucleare; per il capo dell’intelligence, Dan Coats, invece, è “improbabile” che questo avvenga. Trump, poi, non si farà sfuggire l’occasione di parlare del ritiro delle truppe statunitensi da Siria e Afghanistan, definite “guerre interminabili” in una recente intervista. Trump metterà in risalto la forza dell’economia statunitense e parlerà dei negoziati commerciali con la Cina, arrivati a un punto decisivo. Probabilmente, Trump incontrerà l’omologo Xi Jinping alla fine del mese, dopo l’incontro con Kim, per cercare un accordo prima della fine della tregua, prevista il primo marzo; dopo, scatterebbero nuovi dazi statunitensi contro Pechino.

Una domanda che si pongono tutti è se il presidente pronuncerà davvero, come fatto sapere, un discorso per creare unità o se attaccherà i democratici, ora in maggioranza alla Camera, proiettandosi già verso le prossime presidenziali. La campagna elettorale, in fondo, sta già entrando nel vivo, con numerosi democratici che hanno già lanciato la propria corsa alla Casa Bianca, a partire dalla senatrice Kamala Harris e dal collega Cory Booker. C’è molta attesa, inoltre, per la risposta a Trump, che il partito democratico ha affidato all’ex candidata al posto di governatore dello stato della Georgia, Stacey Abrams, astro in ascesa nelle file Dem . E’ la prima volta che a prendere la parola per replicare al presidente tocca ad una donna afroamericana. Stacy Abrams, 45 anni, è salita alla ribalta politica lo scorso autunno durante la campagna elettorale per il posto di governatore in Georgia, quando per appena 50mila voti non ha ottenuto la guida di questo Stato da sempre feudo repubblicano.

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