Migrante ucciso per un cappello, fermati due scafisti. Zuccaro: “Decisivo aiuto Moas”

11 maggio 2017

Due cittadini libici, accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell`immigrazione clandestina, sono stati fermati dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Catania. Uno dei due è anche sospettato di concorso in omicidio del giovane migrante della Sierra Leone che si rifiutò di consegnare un cappello a uno scafista durante una traversata verso l’Italia. Si tratta di Abouzid Nouredine Alhadi di 21 anni e Hurun Gafar di 25. Alhadi, come detto, è accusato anche dell’omicidio di un migrante della Sierra Leone, Kellie Osman, ucciso con un colpo d’arma da fuoco su un barcone, apparentemente per non aver tolto il cappello contrariamente a quanto gli era stato intimato di fare. Le immagini riprese da un velivolo di supporto della nave “Phoenix” della Ong “Moas” che ha soccorso i 394 migranti di varia nazionalità, imbarcati su un gommone e due barche in legno provenienti dalla Libia, mostrano ciò che sarebbe avvenuto, testimoniato anche da altri migranti tra cui il fratello della vittima. I due trafficanti sarebbero saliti a bordo al limite delle acque territoriali libiche, confondendosi tra i clandestini mentre altri complici, prima di far ritorno in Libia su barche in vetroresina, avrebbero ordinato ai migranti di togliere i cappelli. Forse Osman ha disobbedito e per questo è stato giustiziato da Alhadi. I due responsabili, identificati e fermati dai militari e dagli agenti italiani, sono stati portati nella casa circondariale di Catania-Piazza Lanza, a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per entrambi. Le indagini, intanto, proseguono per identificare gli altri responsabili.

“E’ la prima volta che Moas ci fornisce i filmati di un salvataggio, filmato utilissimo per le indagini perche’ ci ha permesso, assieme alle testimonianze dei migranti salvati, di identificare i due trafficanti, arrestarli e contestare loro l’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e a uno il concorso morale dell’omicidio del giovane della Siera Leone colpito per non avere tolto il cappellino”. Parla il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. Il Moas e’ una delle Ong piu’ attive nel soccorso di migranti. “Sono trafficanti a pieno titolo e non scafisti, uno dei quali risponde anche di concorso in omicidio – ha sottolineato il procuratore – identificati grazie alle testimonianze dei migranti a cui si e’ aggiunta, per la prima volta, una documentazione in immagini fornita da una Ong, la Moas, che ci ha consentito di acquisire riscontri particolarmente significativi con la possibilita’ di individuare uno degli autori dell’assassinio efferato di una persona che non aveva alcuna colpa particolare e che e’ stata uccisa a freddo in maniera assolutamente gratuita oltre che feroce. Questo dimostra che abbiamo a che fare con un’organizzazione, quella dei trafficanti, non solo spietata, ma che considera i migranti meno di una merce. Perche’ le merci si tutelano, le persone una volta che hanno pagato, sono a perdere…”.

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