Migranti, Bruxelles vara piano d’azione per l’Italia. Ecco le “misure immediate”

Migranti, Bruxelles vara piano d’azione per l’Italia. Ecco le “misure immediate”
5 luglio 2017

La Commissione europea, riunita ieri a Strasburgo, ha presentato un piano d’azione con “misure immediate” per “sostenere l’Italia, ridurre la pressione e aumentare la solidarietà” dei Paesi membri di fronte al peggioramento della crisi migratoria lungo la rotta del Mediterraneo centrale, secondo una nota dell’Esecutivo comunitario. Si tratta di misure “che possono essere adottate dagli Stati membri dell’Ue, dalla Commissione, dalle agenzie dell’Ue e dall’Italia stessa”, e che “dovrebbero costituire una base per le discussioni che si terranno nella riunione informale del Consiglio Giustizia e Affari interni” in programma domani a Tallinn, in Estonia. La Commissione si impegna a: 1) incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l’Italia; 2) finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo; 3) aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro, da mobilitare immediatamente; 4) garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell’Ue (Frontex, l’Agenzia Easo per l’Asilo, la Guardia costiera e di frontiera Ue), per velocizzare il trattamento delle domande d’asilo e le operazioni di rimpatrio per chi non ne ha diritto, e per “esaminare urgentemente le proposte dell’Italia in relazione all’operazione navale congiunta Triton”.

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La Commissione si impegna anche ad avviare e finanziare un nuovo sistema di “reinsediamento” (trasferimento volontario dei rifugiati verso gli Stati membri che si offrono di ospotarli) da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). L’Esecutivo Ue, inoltre, continuerà a lavorare con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti. In aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la “finestra” per l’Africa settentrionale (“North Africa window”) del Fondo fiduciario Ue-Africa, la Commissione intende garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio dell’Ue e degli Stati membri. Quanto a ciò che dovrebbero fare gli Stati membri, la Commissione, sottolinea che occorrerà “accelerare il ricollocamento dall’Italia” dei richiedenti asilo (le cosiddette “relocation”) e poi “contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario Ue-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio limitato dell’Ue, in linea con gli impegni da loro assunti nel novembre 2015”. La cifra richiesta agli Stati membri nel 2015 era di 1,8 miliardi di euro, tanto quanto aveva stanziato inizialmente la Commissione. Agli Stati membri la Commissione chiede anche di accelerare le discussioni bloccate sulla riforma del sistema di Dublino e poi di “contribuire, di concerto con la Commissione e il Servizio per l’azione esterna dell’Ue, a incoraggiare la Tunisia, l’Egitto e l’Algeria ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo, a invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio, e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo”.

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All’Italia l’Esecutivo Ue chiede, in particolare, di “redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le Organizzazioni non governative, un codice di condotta” per le Ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”. Ma l’Italia è anche sollecitata a “rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento: registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia; centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento; consentendo il ricollocamento dei minori non accompagnati; e facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri”. Una critica, seppure garbata, agli italiani per non stare facendo la propria parte nel modo più efficace per far funzionare il sistema delle “relocation”. La Commissione raccomanda poi di “attuare rapidamente la legge Minniti”, in particolare “creando capacità supplementari nei centri di crisi; aumentando la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale e in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3.000 posti; aumentando il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell’Ue; e accelerando in modo marcato l’esame delle domande di asilo in fase di ricorso”. La nota dell’Esecutivo comunitario spiega che “la recente legge Minniti si prefigge di rendere il sistema italiano di asilo e rimpatrio molto più efficace, individuando rapidamente le persone bisognose di protezione e contemporaneamente intraprendendo azioni in grado di facilitare il rapido rimpatrio dei migranti economici”. L’Italia, infine, dovrebbe anche “accelerare i rimpatri”. E dovrebbe farlo “avvalendosi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità; elaborando un elenco nazionale di paesi di origine sicuri;emettendo decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull’asilo; valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza; ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo”.

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