Migranti e dl dignità, i nodi M5s-Lega al “pettine” Parlamento

Migranti e dl dignità, i nodi M5s-Lega al “pettine” Parlamento
Matteo Salvini (sx) e Luigi Di Maio
9 luglio 2018

I rapporti di forza M5s-Lega alla prova dei fatti. Dopo poco piu’ di un mese, il governo giallo-verde si misura nel merito dei provvedimenti e con la settimana che inizia il Parlamento sara’ la sede per cominciare a misurare l’equilibrio dei due ‘soci di maggioranza’.

I primi distinguo politici tra i partiti guidati da Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono gia’ emersi, in realta’, per quanto entrambi si siano sforzati, in piu’ occasioni, di ribadire che i rapporti tra i due sono ottimi: ma dai migranti fino al dl Dignita’ e ultima la possibile candidatura italiana ai Giochi del 2026, le posizioni non sono sempre sulla stessa lunghezza d’onda, e ancora mancano all’appello i temi piu’ ‘cari’ ai 5 stelle e ai leghisti come il reddito di cittadinanza da una parte, la Flat tax e la riforma della Fornero dall’altra.

Le correnti della magistratura

L’ultimo tema a causare dibattito, in ordine di tempo, e’ stato quello sulla giustizia dopo le parole del sottosegretario, il leghista Jacopo Morrone, che si e’ augurato il superamento delle correnti in magistratura, “soprattutto di quelle di sinistra”, e poi e’ stato costretto a chiarire, spiegando di parlare a titolo personale. Con il ministro della Giustizia, il 5 stelle Alfonso Bonafede, che ha chiuso la vicenda dopo tante polemiche con queste parole: “Prendo atto che Morrone ha gia’ chiarito che quello era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali”. Dunque “quanto avvenuto” ha auspicato “non deve compromettere il dialogo che il ministero ha avviato e abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti con determinazione”. Precisando inoltre di ritenere “l’associazionismo dei magistrati una buona cosa, se non porta alle storture del correntismo”.

Salvini e la sentenza “politica”

E anche Di Maio, assicurando di non essere contro i pm, ha voluto puntualizzare sul fatto che “bisogna assicurare la pluralita’, ma fare in modo che le scelte nel Csm siano legate agli obiettivi della giustizia e non a interessi di corrente”. Ma i toni si sono accesi anche dopo che la Cassazione ha confermato la sentenza per cui la Lega dovra’ restituire 49 milioni di euro per fondi illeciti ricevuti dal partito.

Salvini ha definito la sentenza “politica” e subito dopo ha chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che solo sabato ha fatto sapere di essere pronto a ricevere il ministro dell’Interno sottolineando – nero su bianco in una nota del Quirinale – che “sono, ovviamente, escluse dall’oggetto del colloquio valutazioni o considerazioni su decisioni della magistratura”.

Resta caldo il tema dei migranti

Anche in questo caso, dal Movimento 5 stelle si e’ cercato di stemperare i toni ancora una volta con il Guardasigilli Bonafede che ha voluto ricordare che “le sentenze vanno rispettate” mentre Di Maio ha spiegato di non avere “imbarazzo su questa vicenda” dicendosi convinto che “si sta giocando a mettere me contro Matteo Salvini”. Anche se, in altra occasione, a proposito del rischio che la Lega possa far cadere il governo dopo le elezioni europee del 2019, e’ stato lo stesso Di Maio a dire che “se le cose dovessero cambiare magari potremmo essere noi a fare delle valutazioni diverse”. Resta caldo poi il tema dei migranti.

Dopo la linea dei ‘porti chiusi’, il responsabile del Viminale Salvini ha fatto un passo in piu’ e ha inviato una circolare ai prefetti che prevede una stretta sui richiedenti asilo per motivi umanitari. Di Maio su questo si e’ limitato a dire: “Se si fa una circolare e’ perche’ c’e’ una legge e la legge l’hanno fatto quelli di prima. La circolare emanata e’ in base a una legge che gia’ esiste, noi stiamo rispettando la legge”.

 Giochi invernali 2026, tensioni Lega-M5s

Mentre il presidente della Camera, il 5 stelle Roberto Fico, dopo aver sostenuto che “per i richiedenti si deve rispettare la legge, punto”, ha poi sottolineato l’importanza di un'”accoglienza di qualita’ perche’ diventi vera integrazione” e si eviti lo scontro sociale. Fico, anima di sinistra del Movimento per quanto nei panni istituzionali di presidente della Camera, gia’ la settimana scorsa era stato a Pozzallo, localita’ siciliana dove si susseguono gli sbarchi dei migranti, e aveva detto a chiare lettere “io i porti non li chiuderei” oltre a difendere il lavoro “straordinario” delle Ong.

E su questo alcuni M5s sposano la stessa linea, vedi la senatrice Paola Nugnes, che piu’ volte su Facebook non ha esitato a scrivere le sue osservazioni critiche su una linea troppo dura. Ed e’ di queste ore la tensione registrata prima del Consiglio dei ministri su quale citta’ candidare per i Giochi invernali del 2026: per evitare di accendere un altro fronte, il governo ha deciso di passare la palla al Coni. Sensibilita’ diverse tra 5 stelle e leghisti che potrebbero creare problemi nel momento in cui i provvedimenti chiave approderanno nell’Aula del Parlamento.

Gioco d’azzardo e contratti a termine

Il dl Dignita’ del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio, gia’ varato in Consiglio dei ministri, e’ uno di questi e potrebbe non avere vita facile. Al Cdm che lo ha approvato non era presente il ministro Salvini, impegnato a Siena per il palio e poi in visita a una villa confiscata alla criminalita’ organizzata; ma poi il leader leghista ha voluto dire la sua nel merito delle norme. E’ un “buon inizio”, ha detto, “poi – ha pero’ precisato – il Parlamento cerchera’ di renderlo ancora piu’ efficiente e piu’ produttivo. Sicuramente e’ giusto arginare le delocalizzazioni, il gioco d’azzardo e la ludopatia, che sta rovinando migliaia di famiglie, e tentare di mettere mano alla precarieta’ con modalita’ – ha spiegato – su cui poi lavoreremo in Parlamento”.

Non e’ un mistero, infatti, che il partito di Salvini abbia perplessita’ sulle norme adottate sui contratti a termine che hanno suscitato la protesta dei piccoli imprenditori, grossa fetta dell’elettorato leghista. Ma Di Maio ha subito replicato che “il Parlamento e’ sovrano” ma precisando: “Se le modifiche vanno nell’ordine del miglioramento troveranno un dialogo, invece se si vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto allora il M5s sara’ un argine”.

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