Mille carabinieri a caccia di Igor, in azione anche i droni

Mille carabinieri a caccia di Igor, in azione anche i droni
11 aprile 2017

Vestito con maglietta e pantaloni della tuta, in posa con gli occhiali da sole, oppure in giacca e cravatta mentre indica una vetrina. Sono decine i ritratti dell’uomo più ricercato negli ultimi giorni in Italia, l’autore di due omicidi, ancora in fuga tra le campagne di Bologna e Ferrara nonostante da tre giorni siano sulle sue tracce mille tra carabinieri, paracadutisti e tiratori scelti. “Igor il Russo” lo si è chiamato per giorni, dopo l’omicidio la sera dell’1 aprile di Davide Fabbri, titolare del bar di Riccardina nel comune di Budrio. “Non c’era nessuna pietà nei suoi oggi” ha detto la vedova Maria, anche lei minacciata dal killer. Dunque, di Igor Vaclavic, alias Ezechiele Norbert Feher, ancora non c’è traccia. Dalla caserma dei carabinieri di Molinella, punto di appoggio per circa un migliaio tra Cacciatori “Calabria”, “Tuscania”, Gis e tiratori scelti, il pm Marco Forte non fa trapelare alcuna notizia sull’avanzamento delle indagini sul killer che ha freddato il barista di Budrio, Davide Fabbri, la sera dell’1 aprile e, una settimana dopo, la guardia ambientale volontaria Valerio Verri. Dopo aver ferito la stessa sera un’altra guardia, l’uomo a cui si dà la caccia da oltre dieci giorni ha abbandonato l’auto lungo l’argine di un fiume a Molinella ed è scappato a piedi per la campagna.

E’ il sindaco Dario Mantovani, assieme al collega del comune di Argenta nel ferrarese, Antonio Fiorentini, a lanciare un appello in serata dopo un summit con alcuni amministratori: “E’ consigliata prudenza e soprattutto è fatto divieto diffondere notizia non supportate che possano creare pericolo come purtroppo si è già verificato”. La comunicazione si è resa probabilmente necessaria dopo le numerose, troppe, telefonate arrivate al comando dei carabinieri di sedicenti testimoni. “Del resto cosa dobbiamo fare? Non si parla d’altro tutto il giorno – spiega la titolare di un bar a fianco del municipio -. Ogni tanto qualcuno tenta di sdrammatizzare, ma abitiamo quasi tutti i abitazioni in aperta campagna, spesso isolate tra loro, e alla sera quando rincasiamo la paura sale”. Le strade e i casolari sono battuti a tappeto da domenica mattina; da oggi anche con i droni si cerca di raggiungere il territorio più impervio e i capannoni diroccati; gli elicotteri continuano a mappare il territorio dall’alto; i cani molecolari cercano tracce dell’uomo che sulla sua auto (un Fiorino) ha lasciato alcuni indumenti, un mozzicone di sigaretta e forse anche una traccia di sangue per una ferita dovuta allo scontro a fuoco con le due guardie ambientali.

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Ai Ris di Parma sono stati chiesti accertamenti urgenti su quei reperti da confrontare con le tracce di sangue trovate davanti al bar di Budrio: solo il risultato degli esami dirà una volta per tutte se il sedicente “Igor il Russo” (come è stato chiamato per giorni) alias Ezechiele, è l’autore del duplice reato. “Nessuna realtà pubblica o privata ha ricevuto indicazioni di sospendere le proprie attività – ha ribadito il sindaco Mantovani -. Qualora ci fossero sviluppi nulla vicenda saremo immediatamente informati e ve ne daremo immediatamente notizia”. Le prime ricostruzioni, le testimonianze raccolte in zona e gli esami del Dna raccolte da alcune gocce di sangue lasciate davanti al bar, hanno permesso di definire l’identikit come un uomo di circa 1,75 metri d’altezza. Poi è arrivato il racconto di qualche ex compagno di galera nei primi anni del 2000 che lo ricorda come un ex militare dell’Armata Russa, da lì il soprannome “Igor il Russo”. Ma le identità di Igor Vaclavic, nato in Uzbekistan, con un passaggio anche in Cina, cominciano a moltiplicarsi. Qualcuno nella campagne bolognesi giura di averlo visto pedalare in bicicletta e rubare dai contadini con arco e freccia: ecco l’alias di “Il Ninja”.

“Ezechiele” è il nome con cui l’uomo ricercato ha deciso di farsi chiamare durante la detenzione nel carcere di Ferrara tra il 2011 e il 2015, dove tra l’altro chiese di essere battezzato e accettò di partecipare alla formazione catechistica con il cappellano don Antonio. Ezechiele Norbert Feher, nato a Sobotica in Serbia, è il nome associato a quest’ultimo profilo del killer, autore anche del secondo omicidio, la guardia volontaria Valerio Verri, avvenuta a Mezzano nel ferraresi la sera dell’8 aprile. A confermare che Fabbri e Verri sono morti per mano della stessa persona sono gli inquirenti, che hanno indagato Igor-Ezechiele. I risultati della accertamenti urgenti su alcuni oggetti ritrovati sul Fiorino abbandonato dopo il secondo omicidio nei pressi di Molinella lo dovranno certificare. I Ris, infatti, in queste ore stanno intrecciando i dati delle ricerche sul sangue trovato davanti al bar di Budrio con le tracce lasciate su mozziconi di sigarette e indumenti abbandonati sul furgone. “Allora ci ha sempre mentito, ma con noi è sempre sembrato sincero”, ha ammesso il cappellano del carcere don Antonio. Mille uomini sono sulle tracce dell’unico uomo, con due nomi e decine di profili falsi sui social. E le campagne bolognesi cominciano ad illuminarsi dei lampeggianti dei carabinieri che per un’altra notte fermeranno ogni veicolo di passaggio, per i controlli d’obbligo.

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