“Minacce, gogna, insulti in rete. La cura per i ribelli del M5s l’ho provata”

“Minacce, gogna, insulti in rete. La cura per i ribelli del M5s l’ho provata”
Luis Alberto Orellana, ex senatore Cinquestelle
15 novembre 2018

Beppe Grillo l’ha bollato come il “Domenico Scilipoti” del parlamento, e nel corso di una notte, tra riunioni alla spicciola e chat a vario titolo, l’ha cacciato dal MoVimento 5 stelle. E così dopo appena un anno dall’elezione, a febbraio 2014 l’ex senatore, Luis Alberto Orellana è passato al Gruppo misto, reo di “aver dissentito a un’affermazione di Grillo”. Vive a Pavia, a 57 anni è tornato a fare il manager per un’azienda di telecomunicazione.

E’ stato tra i primi ad essere espulso dal M5s, è a oggi si profilano altre espulsioni. Come lo spiega

 “Dentro il M5S, con la grande ipocrisia dello slogan mai rinnegato ‘Uno vale uno’, credo che sia un problema di tollerare un pensiero diverso e io l’ho vissuto direttamente. Registro anche una terminologia bellica come ‘testuggine romana’. Ma non c’è nessuna guerra, non ci sono nemici, in Parlamento ci sono avversari politici con cui ci si confronta, si discute, si tengono delle posizioni anche dure. Loro hanno parlato sempre di casta, ma la casta attuale sarebbe chi governa e quindi oggi loro stessi”.

Quindi…

“Quindi credo che questa sia una evidenza del fallimento della gestione di Di Maio che non riesce a guidare un gruppo. Una difficoltà che si è presentata in questi giorni, ma che si presenterà ancora. Oltretutto in un Senato in cui i numeri sono non altissimi per la maggioranza, non puoi continuare a cacciare un parlamentare dopo l’altro. Credo che non ci sia neanche una buona gestione dello stesso gruppo dirigente che Di Maio sta mettendo in piedi. Oltretutto, e qui faccio una ulteriore critica, ci si è lamentati di chi recentemente accumulava incarichi. Renzi era segretario del Pd e contemporaneamente presidente del Consiglio; Alfano ministro e capo politico di Ncd, il M5s ha fatto sempre questa critica e ora Di Maio cosa fa? E’ diventato tre volte ministro (Lavoro, Affari sociali, Sviluppo economico), è anche vice premier, oltre che deputato e capo politico. Forse un ragazzo di 31 anni dovrebbe avere un poco di più il senso delle proporzioni.

E’ una questione di leader o del fatto che lo spirito del Movimento non è più quello della prima ora?

“Il problema del fare il M5s di lotta e di governo contemporaneamente è una difficoltà ulteriore che ci si doveva aspettare. Quindi, credo che la tanta sbandierata idea dei cinquestelle secondo la quale non s’è mai avuto bisogno di leader, adesso lo stesso Movimento è diventato il più ‘leaderistico’. E pensare che attaccavano i partiti personalistici tipo Italia dei Valori quando c’era Di Pietro o Berlusconi con Forza Italia. Ma in questi partiti, almeno c’era dibattito tollerato e aperto alle posizioni diverse. Di Maio invece credo che parli a una schiera di suoi fedelissimi che poi ‘piazza’ anche in modo sbagliato. Toninelli? Sì è un amico di Di Maio, ma non ha nulla a che vedere con un ministero delle Infrastrutture. Quindi è solo una questione di amicizia personale”.

Orellana, Beppe Grillo ‘comanda’ ancora il Movimento?

“Penso che abbia perso il suo ruolo all’interno del Movimento e che effettivamente siano Di Maio e Davide Casaleggio Davide a guidarlo. Oramai regna la sete del potere. Hanno giustificato tutto con una modalità che non mi è mai piaciuta, il fine giustifica i mezzi. Se il mezzo deve essere nulla o poca democrazia interna o intolleranza, o essere eccessivi nel dibattito politico, e adesso si va anche contro i giornalisti, per raggiungere il fine che è sempre quello di ottenere il potere, no, non lo condivido”.

Condivide, invece, le affermazioni della senatrice Fattori che parla di “terrorismo psicologico”?

“Io credo che le persone che hanno espresso dissenso stiano vivendo dei brutti momenti. Lo ricordo, ci sarà un ostracismo interno per tante cose. Dopo di me tanti altri son stati espulsi, qualcuno ha preferito dimettersi prima. Io ho subito tante minacce di vario tipo, soprattutto minacce di morte, e fu intercettata anche una busta diretta a me e al senatore Battista con due pallottole dentro e con una lettera farneticante con l’elenco di nomi di alcuni senatori e dissidenti tra cui la maggior parte uscirono fuori e furono espulsi nelle settimane successive. Per un periodo siamo finiti sul blog. E loro hanno un controllo abbastanza forte della Rete”.

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