Beni culturali riorganizza dicastero, ecco cosa cambia

3 giugno 2014

La struttura organizzativa del ministero dei Beni culturali cambia forma. O quanto meno sul tavolo del ministro Dario Franceschini sono già presenti le bozze della possibile riorganizzazione del dicastero che governa il patrimonio artistico italiano. Tra le ipotesi gli accorpamenti di direzioni regionali, la soppressione di alcune generali e la contestuale creazione di nuove. Alla fine se la riforma passasse il numero degli uffici dirigenziali scenderebbe da 28 a 24. Ecco le principali novità in esame.

 NUOVI UFFICI

Arriva un ufficio di direzione generale per la pianificazione degli obiettivi e dei programmi. Un raccordo delle iniziative sul territorio di un dicastero che per la sua natura si estende in più settori anche lontani tra loro. A questo si aggiunge anche la direzione generale per il turismo che ingloberebbe le funzioni attualmente in capo al dipartimento trasferito dalla presidenza del Consiglio.

 TRASFORMAZIONE

In ossequio a una maggiore efficacia dell’azione degli uffici amministrativi la Direzione Generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio e il personale viene divisa in tre parti. Una branca si occuperà di solo bilancio e contratti, una seconda sarà dedicata esclusivamente all’organizzazione e alle risorse umane. La terza sarà quella a cui tutti faranno riferimento per renderev il patrimonio artistico fruibile con livelli qualitativi più elevati. Sarà la Dg che si occuperà dell’innovazione e che acquisirà anche le competenze di quella precedente per la valorizzazione che in passato vide anche il passaggio di un manager come Mario Resca.

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 ANTICHITÀ

Gli archeologi dello Stato non avranno, sempre secondo la bozza di riforma, un direttore generale solo per loro. Scompare infatti la Dg Antichità che verrà fusa con quella che finora ha avuto le competenze per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee. Nasce al loro posto una sola direzione per il paesaggio e il patrimonio storico artistico. Esce da questa l’arte contemporanea

 SPETTACOLO

L’ufficio dirigenziale che finora si occupava di spettacolo acquista l’arte contemporanea e si chiamerà nel progetto Dg per il contemporaneo, lo spettacolo e il patrimonio immateriale. Chi la guiderà di fatto avrà poteri su tre quarti della Biennale di Venezia. Resta fuori solo il cinema

 CINEMA

La nuova direzione per la settima arte si adegua al presente e al futuro perché comprende anche gli audiovisivi che oggi passano anche attraverso il web. Dunque tutte le espressioni multimediali rientreranno tra le sue competenze

 DIREZIONI REGIONALI

Passano da 17 a 13. Quattro vengono soppresse con accorpamenti tra regioni. Diventano una sola quelle di Abruzzo e Molise, Basilicata e Puglia, Liguria e Piemonte e infine Marche e Umbria. (Il Tempo)

 

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