Missione Gaia, le ultime notizie dalla nostra Galassia

14 giugno 2018

Ha offerto agli scienziati quello che ad oggi è il più grande e dettagliato catalogo stellare della Via Lattea, determinando posizione, velocità e caratteristiche di 1 miliardo e 700 milioni di stelle. E non è che l’inizio. La missione Gaia dell’Esa promette di stupirci ancora rivelando tasselli importanti per ricostruire la storia evolutiva della nostra Galassia. Ne sono convinti gli scienziati riuniti a Roma, nella sede dell’Agenzia spaziale italiana, per il “Gaia Science Day”, giornata incentrata sul ruolo che l’Italia con Asi e Inaf gioca nella missione europea sia dal punto di vista scientifico che tecnologico, sul secondo rilascio dati di Gaia dello scorso aprile che ha già portato a una mole impressionante di studi pubblicati o in via di pubblicazione e sul futuro della missione Esa.

Missione che vede il forte impegno dell’Agenzia spaziale italiana, come spiega Marco Castronuovo, Program Manager Asi di Gaia: “L’Asi partecipa alla missione Gaia sotto due aspetti. Finanzia le attività della comunità scientifica italiana a cui partecipano 50 scienziati da 8 osservatori sparsi per tutta l’Italia e poi finanzia le attività industriali che si concretizzano nella realizzazione di uno dei sei Data Processing Center che analizzano i dati ricevuti dalla missione e implementano il software scientifico per lo sfruttamento dei dati da parte degli scienziati”. Attività complessa quella dell’elaborazione dei dati, che in Italia si svolge all’Altec di Torino, e che – spiega Castronuovo – proseguirà anche a missione conclusa.

“Ad oggi – prosegue Castronuovo – la missione è prevista fino al 2020 e c’è la possibilità che venga estesa per un altro anno e le attività di elaborazione dei dati continueranno per altri tre dopo la conclusione della missione. Quindi il rilascio finale dei dati avverrà presumibilmente intorno al 2024″. Una missione complessa e ambiziosa, come sottolinea Mario Lattanzi dell’Inaf, responsabile scientifico di Gaia per l’Italia: “Lo scopo principale è determinare le posizioni e la velocità e anche i colori e le caratteristiche fisiche delle stelle, per circa 2 miliardi di oggetti celesti. Uno sforzo mai fatto da nessuna agenzia mondiale. Questi 2 miliardi di oggetti che andiamo a censire rappresentano circa l’1% di tutte le stelle del nostro sistema solare, sembra un numero piccolo ma in realtà riusciamo a censire le stelle fino a distanze inimmaginabili fino ad ora, cioè 10mila parsec dal Sole”.

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