Molestie sessuali, 56 deputate chiedono inchiesta su Trump. Kristin Anderson: “Mi ha toccato i genitali”

Molestie sessuali, 56 deputate chiedono inchiesta su Trump. Kristin Anderson: “Mi ha toccato i genitali”
La fotografa Kristin Anderson
13 dicembre 2017

Sale la pressione affinché il Congresso americano avvii un’inchiesta sulle accuse di molestie sessuali lanciate contro il presidente statunitense, Donald Trump. Cinquantasei deputate del partito democratico, riunite nel Democratic Women’s Working Group, hanno scritto una lettera al presidente di una commissione della Camera pensata per garantire agli americani che il governo sia trasparente e risponda del proprio operato. Nella missiva rivolta al repubblicano Trey Gowdy – presidente dell’Oversight and Government Reform Committee della Camera – quelle legislatrici sostengono che la nazione “si merita un’inchiesta completa sulla veridicità di queste accuse”, che sono tornate a travolgere l’ex magnate del mattone diventato leader Usa. Mentre le deputate hanno dato 10 giorni di tempo per ricevere una risposta, Trump ha duellato su Twitter con una senatrice che 24 ore prima aveva chiesto le sue dimissioni. Si tratta della democratica Kirsten Gillibrand, da lui definita come un “peso leggero” e una “leccapeidi” di Chuck Schumer, senatore che come lei rappresenta lo Stato di New York. Gillibrand – alle cui campagne passate Trump donò denaro – ha risposto dicendo: “Non puoi mettere a tacere né me né i milioni di donne che si sono fatte avanti parlando della tua inadeguatezza e della vergogna che hai portato allo Studio Ovale”. Su Twitter c’è già chi immagina una candidatura di Gillibrand alle presidenziali 2020.

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La lettera delle deputate sostiene che “almeno 17 donne hanno accusato pubblicamente il presidente di una cattiva condotta sessuale”. Vengono citati i loro nomi, tra i quali ci sono quelli di tre (Jessica Leeds, Samantha Holvey, Rachel Crooks) delle quattro donne che ieri hanno tenuto una conferenza stampa a New York chiedendo a loro volta al Congresso un’indagine su Trump. Le deputate hanno fatto riferimento a Natasha Stoynoff, secondo cui il presidente “l’ha spinta contro una parete forzando la sua lingua giù per la gola” di lei. “Jill Harth ha descritto come il presidente abbia cercato di infilare le mani sotto il vestito. Kristin Anderson ha fornito dettagli di come il presidente le abbia toccato i genitali attraverso le sue mutandine”. Come hanno fatto Al Franken, il senatore che il 7 dicembre si è dimesso perché a sua volta travolto di accuse sessuali, e dopo di lui il senatore indipendente Bernie Sanders, anche il Democratic Women’s Working Group ha fatto riferimento ai commenti sessisti di Trump immortalati in un video del 2005 e pubblicato dal Washington Post il 7 ottobre 2016; in esso un 59enne Trump si vantava di potere fare tutto alle donne, anche “prenderle per i genitali”. Le deputate democratiche non a caso dicono che “il presidente si sia vantato in pubblico e in termini espliciti che si sentiva libero di perpetrare una simile condotta contro le donne”. All’epoca Trump aveva minimizzato dicendo che si trattava di “chiacchiere da spogliatoio” e da allora ha dato delle bugiarde alle donne che lo hanno accusato. Le deputate democratiche sostengono che “non possiamo ignorare la moltitudine di donne che si sono fatte avanti con le loro accuse contro Trump. Detto questo, al presidente dovrebbe essere permesso di presentare prove in sua difesa”.

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