Monarchia, dal conte D’Aragone a Giacinta Ruspoli: no a restaurazione Savoia

Monarchia, dal conte D’Aragone a Giacinta Ruspoli: no a restaurazione Savoia
7 giugno 2016

Giacinta RuspoliIl principe Amedeo d’Aosta (foto home) non ha escluso la possibilità di una restaurazione ‘monarchica’, come ha ipotizzato in un’intervista ad un quotidiano nazionale. In fondo la ‘monarchia – ha ricordato- non è delle élite. Appartiene al popolo’. Eppure anche tra ‘aristo-monarchici’ fedelissimi alla causa trapelano dubbi, interrogativi. Semplicemente perché la storia ha fatto il suo corso e indietro, ormai, non si può più tornare. ”Tutti hanno il diritto di sognare… come il principe Amedeo d’Aosta. Il sogno non è reato, non è punibile – ha scherzato il principe Guglielmo Giovanelli Marconi- Ma penso, che oggi, una restaurazione monarchica sia qualcosa di poco praticabile. Le lancette della storia non tornano mai indietro. E’ vero però che ci sono stati due esempi fortunati di repubbliche traghettate in monarchie – ha ricordato – La Spagna del giovane Juan Carlos o la Cambogia di Norodom Sihanouk, ritornato in patria dopo oltre 30 anni di dittatura dei Khmer rossi”. ”Ma sono eccezioni. Lo ripeto, la restaurazione monarchica in Italia non è fattibile, non è realizzabile – ha aggiunto  l’erede del Nobel della Fisica- Anche se bisogna ricordare il ruolo che la monarchia e i Savoia hanno avuto nel nostro Paese, tra i protagonisti dell’Unità d’Italia”. ”Troppo spesso, però, i libri di storia vengono scritti dai vincitori – ha proseguito- ma non dimentichiamoci che la Repubblica ha vinto, ufficialmente, con uno scarto minimo di voti e che il primo presidente, Enrico De Nicola, insigne giurista napoletano, confessò di aver votato la monarchia. Ma siamo un Paese che ama ‘negoziare’. Lo siamo sempre stati”. Anche per Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona la ”monarchia, soprattutto quella dei Savoia, non è più riproponibile, anche se a mio avviso, si tratta di una istituzione che rappresenta ancor oggi (vedi l’Inghilterra) la forza della tradizione. Purtroppo Vittorio Emanuele III non ha lasciato un buon ricordo, soprattutto dopo la sua ‘fuga’. Sono convinto, invece, che Umberto II sarebbe stato un buone re”.

E pur confessandosi di fede ”monarchica e borbonica”, il conte d’Aragona ha ricordato che ”gli ultimi Savoia, per anni sono spesso stati al centro di scandali, inciampando su clamorosi errori. Ma sui Savoia -Aosta, da cui discende il principe Amedeo e il figlio Aimone, nulla da eccepire -ha concluso – Militari, eroi, hanno servito il Paese sino all’ultimo respiro, come è accaduto ad Amedeo di Savoia -Aosta, vicerè d’Etiopia, morto in Africa, prigioniero degli inglesi, accanto ai suoi soldati”. Giacinta Ruspoli (foto), figlia del grande Lillio (Sforza), candidata alle Comunali di Roma con una Lista Civica, non ha dubbi: ”sono antimonarchica e di fede profondamente repubblicana, sono per la democrazia. Del resto discendo da una famiglia che è sempre appartenuta alla nobilità ‘nera’, legata al Papa. No, quindi, ad una restaurazione monarchica e tanto meno a quella dei Savoia”. ”Più che ad un cambiamento ‘istituzionale’ del Paese oggi mi piacerebbe assistere ad un nuovo Rinascimento della mia città – ha aggiunto- Capitale abbandonata, degradata, dimenticata dalla politica. Partiamo dalle nuove generazioni. Ho 28 anni, sono un giovane avvocato. Speriamo di farcela”.

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Anche per uno degli ultimi ‘gattopardi’ siciliani, Federico Gargallo, discendente di una della più antiche famiglie di Siracusa e dal ‘creatore’ delle ‘Rappresentazioni classiche’, il ritorno di una monarchia ‘savoiarda’, non è assolutamente auspicabile. ”Rispetto Amedeo d’Aosta, nipote dell’eroe dell’ Amba Alagi- ha detto Federico Gargallo – Ma i Savoia sono costati moltissimo al nostro Paese, anche e soprattutto in termine di vite umane”. ”Basti ricordare quello che è accaduto nel Meridione, prima dell’Unità d’Italia. La damnatio memoriae? Se la sono guadagnata da soli, anche se, confesso – ha ricordato ancora Federico Gargallo- sono stato felice quando Vittorio Emanuele IV e Emanuele Filiberto sono ritornati in Italia. Perché è giusto che i nipoti non paghino le colpe dei nonni. Per il resto – ha concluso – gli italiani hanno potuto sperimentare con i propri occhi di che pasta sono fatti i Savoia”.

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