Il Monte dei Paschi di Siena nelle mani dei risparmiatori e degli emirati arabi

Il Monte dei Paschi di Siena nelle mani dei risparmiatori e degli emirati arabi
17 dicembre 2016

La via privata per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena e’ affidata a una coppia difficilmente pronosticabile in partenza: i piccoli risparmiatori italiani da un lato, e i grandi investitori internazionali dall’altro, di cui uno tra i piu’ sofisticati sul palcoscenico mondiale, ovvero il fondo sovrano del Qatar (Qia). I risparmiatori nostrani sono rappresentati da una platea di 40mila persone che si ritrovano bond per oltre 2 miliardi di euro emessi dall’istituto nel 2008 per finanziare l’acquisto di Antonveneta. Questo esercito, dopo che la Consob nella notte di giovedi’ ha dato il suo assenso, e’ chiamato fino alle 14 di mercoledi’ 21 dicembre a convertire in azioni Mps il proprio credito nell’ambito della riapertura del Liability management (Lme) che, nella versione definitiva, vale fino a circa 4,5 miliardi di euro. Dall’operazione la banca piu’ antica del mondo punta a ricavare qualcosa come 1,5 miliardi di euro, ai quali va sommato il miliardo portato a casa con la prima fase della conversione terminata il 2 dicembre.

QATAR Un totale che abbatte per quasi la meta’ il fabbisogno necessario per mettere in sicurezza l’istituto (5 miliardi di euro entro fine anno) e che si dovra’ trovare sul mercato, come previsto dal piano comunicato al mercato il 25 ottobre, pur con le sostanziali modifiche apportate nel corso del tempo. L’aumento di capitale lampo verra’ lanciato lunedi’ prossimo (la Consob nel frattempo ha concesso il nulla osta del prospetto) per concludersi venerdi’: e’ destinato per il 65% agli investitori istituzionali e per il 35% al retail, di cui almeno il 30% in prelazione agli attuali azionisti. Fondamentale per il successo di questa fase dell’operazione sara’ l’apporto del Qatar, che ha promesso un investimento fino a un miliardo di euro. Qualora la conversione in azioni non dovesse portare i frutti sperati, o nel caso il Qatar venisse meno, e’ chiaro che il tentativo di ricapitalizzare il Monte dei Paschi solo con i privati naufragherebbe, spalancando le porte al cosiddetto ‘Piano B’, leggi l’intervento dello Stato, con un decreto che sarebbe varato dal consiglio dei Ministri tra giovedi’ o venerdi’.

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PARACADUTE Il salvataggio pubblico di Mps rientrerebbe in realta’ in un intervento complessivo a sostegno del sistema bancario. In teoria, le norme europee sul ‘bail-in’ non consentono piu’ di salvare un istituto di credito con fondi pubblici ma esiste una strada per aggirare l’ostacolo, l’articolo 32 della direttiva Ue sulle banche, che consente un aumento di capitale pubblico precauzionale per le banche che, come nel caso di Mps, non abbiano superato gli ‘stress test’ ma siano solventi. Il paracadute pubblico prevederebbe la conversione forzata dei titoli in azioni. Per i piccoli investitori per i quali si riuscisse a provare che il profilo di rischio non era adeguato al momento dell’acquisto dell’obbligazione, potrebbero scattare meccanismi di indennizzo come quelli messi in campo per le good bank. Un’altra opzione, piu’ difficile da attuare e che potrebbe scontrarsi con i vincoli europei, potrebbe essere l’acquisto preventivo dei titoli da parte del Tesoro. In ogni caso l’ombrello statale salverebbe obbligazioni ordinarie e depositi che sarebbero invece colpiti da un ‘bail in’ se superiori a 100mila euro. Il decreto ‘omnibus’ si configurerebbe come un intervento di sistema per le ricapitalizzazioni preventive destinato non solo a Mps ma anche alle altre banche in crisi come Veneto Banca, la Popolare di Vicenza e Banca Carige.

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