Morte Cucchi, indagato e perquisito comandante stazione Tor Sapienza

Morte Cucchi, indagato e perquisito comandante stazione Tor Sapienza
12 ottobre 2018

Sara’ interrogato la prossima settimana in Procura il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione di Tor Sapienza dove venne portato Stefano Cucchi, dopo l’arresto per droga e il pestaggio subito alla stazione Casilina la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Colombo, indagato per falso ideologico e perquisito nei giorni scorsi, viene sentito dopo essere stato tirato in ballo indirettamente da Francesco Di Sano, il carabiniere scelto della caserma di Tor Sapienza che ebbe in custodia Cucchi: nella testimonianza resa in corte d’assise il 17 aprile scorso nel processo a cinque militari dell’Arma (che rispondono a vario titolo di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia) in relazione a due false annotazioni di servizio sullo stato di salute del geometra 31enne (poi deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini), Di Sano ha ammesso di aver dovuto ritoccare il verbale senza precisare da chi gli fu sollecitata la modifica.

“Certo il nostro primo rapporto e’ con il comandante della stazione, ma posso dire che si e’ trattato di un ordine gerarchico”, ha spiegato quel giorno in aula Di Sano che poi e’ stato iscritto sul registro degli indagati per falso. E in quella stessa udienza anche il piantone Gianluca Colicchio, che subentro’ a Di Sano nella custodia di Cucchi, ha parlato di anomalie in una relazione di servizio (“e’ strana, porta la mia firma ma io non la ricordo e contiene termini che io non uso”).

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E cosi’ la prossima settimana tocchera’ proprio a Colombo dare la sua versione dei fatti al pm Giovanni Musaro’ che lo ha sottoposto a una perquisizione finalizzata a individuare eventuali contatti e mail con i diretti superiori. Dalle parole di Colombo potrebbe dipendere il destino degli ufficiali piu’ alti in grado che all’epoca acquisirono informazioni sul caso Cucchi senza adottare poi alcun provvedimento. Dall’istruttoria dibattimentale, infatti, e’ gia’ emerso che i vertici dell’Arma erano a conoscenza del pestaggio subito da Cucchi ben prima che il caso finisse all’attenzione della magistratura e della stampa. Chi indaga vuole capire se gli stessi vertici si siano adoperati in qualche modo per far si’ che della vicenda venisse veicolata una versione soft nelle varie informative destinate all’autorita’ giudiziaria.

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