Mostra di Venezia, Leone d’oro alla carriera a David Cronenberg

19 aprile 2018

La Mostra del cinema di Venezia omaggia David Cronenberg con il Leone d’oro alla carriera. Il regista canadese sarà premiato durante la 75esima edizione che si terrà dal 29 agosto all’8 settembre. Il direttore Alberto Barbera ha motivato il riconoscimento spiegando che nonostante all’inizio “Cronenberg sia stato relegato nei territori marginali dell’horror, sin dai suoi primi film scandalosamente sovversivi ha mostrato di voler condurre i suoi spettatori molto più in là, costruendo film dopo film un edificio originale e personalissimo”. Il suo è “un universo popolato di deformità grottesche e allucinanti accoppiamenti, nel cui orrore si riflette la paura per le mutazioni indotte nei corpi dalla scienza e dalla tecnologia, la malattia e il decadimento fisico, il conflitto irrisolto fra lo spirito e la carne”. Tra i suoi primi film ci sono “Il demone sotto la pelle” e “La mosca”. Nel ’91, con “Il pasto nudo” Cronenberg è stato in Concorso a Berlino dove ha vinto l’Orso d’argento con “eXistenZ”. I film “Crash”, “Spider”, “A History of Violence”, e i più recenti “Cosmopolis” (2012) e “Maps to the Stars” (2014) sono stati in gara per la Palma d’oro a Cannes, e “Crash” ha vinto il Premio speciale della Giuria. Nel 2011, “A Dangerous Method” è passato in Concorso a Venezia.

Spesso definito uno dei più grandi e influenti registi al mondo, Cronenberg, dopo la notizia del premio ha dichiarato: “Ho sempre amato il Leone d’oro di Venezia. Un leone che vola su ali d’oro… è l essenza dell arte, non è vero? L essenza del cinema. Sarà davvero entusiasmante ricevere il Leone d’oro”. A proposito di questo riconoscimento, Alberto Barbera ha dichiarato: “Benché in origine Cronenberg sia stato relegato nei territori marginali del genere horror, sin dai suoi primi film scandalosamente sovversivi il regista ha mostrato di voler condurre i suoi spettatori ben al di là del cinema di exploitation, costruendo film dopo film un edificio originale e personalissimo. Ruotando intorno all’inscindibile relazione di corpo, sesso e morte, il suo universo è popolato di deformità grottesche e allucinanti accoppiamenti, nel cui orrore si riflette la paura per le mutazioni indotte nei corpi dalla scienza e dalla tecnologia, la malattia e il decadimento fisico, il conflitto irrisolto fra lo spirito e la carne. La violenza, la trasgressione sessuale, la confusione di reale e virtuale, il ruolo deformante dell’immagine nella società contemporanea, sono alcuni dei temi ricorrenti, che contribuiscono a fare di lui uno dei cineasti più audaci e stimolanti di sempre, un instancabile innovatore di forme e linguaggi”.

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