“Muhammad Ali”, al Piccolo Eliseo la vita, il mito, la leggenda

6 aprile 2019

Una figura leggendaria che ha iscritto nella sua parabola lo sport, l’epos del combattimento, la malattia, la meditazione sulle sue origini. Muhammad Ali è il protagonista dello spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva in scena al piccolo Eliseo; attore e regista costruiscono lo spettacolo e ricostruiscono l’eroe della boxe. “Rappresenta una sfida, un po’ perché la sfida è stata la sua vita, alzare sempre l’asticella, e poi perché questo progetto per noi è stata una sfida” spiega Carbone. “Diciamo che l’uomo Muhammad Ali è stato un po’ un faro” aggiunge Di Leva. “E’ singolare trovare una produzione nel giro di due mesi. E’ singolare che un maestro come Mimmo Paladino ne faccia la scenografia, e un’artista come Ursula Pasak ne faccia i costumi; è singolare che per un monologo ci siano cinque persone in scena che lavorano”.

Uno spettacolo che avviene tutto sotto gli occhi del pubblico; regista e attore in scena, in comunicazione con i macchinisti, uno spettacolo in continua evoluzione che diventa un omaggio allo sportivo, all’uomo e al politico che abbandonò il nome Cassius Clay per diventare un esempio. “Lo spettacolo inizia con un canto arabo che fu quello del suo funerale; anche quello fu uno show, uno show alla Muhammad Ali” spiega Carbone. “Il suo fare politica, in particolare per i diritti razziali molto presenti in questo lavoro, era un affare privato, e il suo affare privato lo portava a stare sul ring. Aveva cancellato le linee di confine fra i vari aspetti della sua vita. Io quello che ho chiesto a Francesco, che per un attore è una cosa terribile, è stato di essere Francesco Di Leva. E più somigliava a Francesco di Leva, più somigliava a Muhammad Ali”. “Io credo che lui ci abbia consegnato nelle mani una Bibbia, fatta non di libri ma di video, di documenti, e noi ne stiamo ricavando un piccolo libro che possa restare lì fermo e gridare le sue parole” spiega Di Leva. “Siamo in una società che purtroppo ha ancora bisogno di messaggi di Muhammad Ali” conclude Carbone.

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