Napoli apre celebrazioni Rossini, mostra e “Mosè in Egitto”

Napoli apre celebrazioni Rossini, mostra e “Mosè in Egitto”
14 marzo 2018

Sono le lettere che Gioacchino Rossini inviava da Napoli ai genitori, acquistate dalla Fondazione Rossini di Pesaro e dalla Regione Campania nel 2001 a un’asta di Sotheby, il filo narrativo di una mostra che è la prima iniziativa in Italia per celebrare i 150 anni della morte del grande compositore. Rossini a Napoli rimase fino al 1822 e per il teatro San Carlo, nel cui museo Memus è ospitata la rassegna curata da Sergio Ragno, compose nove capolavori, a partire dalla ‘Elisabetta regina d’Inghilterra’ fino al ‘Mosè in Egitto’, opera di cui si celebrano i 200 anni di vita in scena da domani al lirico napoletano con una inedita regia di David Pountney. Il San Carlo, infatti, e’ promotore di una serie di iniziative per valorizzare la memoria storica e artistica di Rossini nell’anno delle celebrazioni nazionali del suo genio. Il grande artista giunse a Napoli a giugno del 1815, in un clima di incertezza politica, dopo il rientro di Ferdinando IV da Palermo, grazie allo straordinario imprenditore musicale Domenico Barbaja; 23enne, rimane abbagliato dalla bellezza del golfo e del più grande teatro lirico del mondo, dall’effervescenza di una capitale cosmopolita ricca e dai suoi salotti e questo suo entusiasmo trapela in tutte le lettere ai genitori e diventa smisurato quando la sua ‘Elisabetta’ portata in scena il 4 ottobre, giorno dell’onomastico dell’erede al trono Francesco, ottiene un successo strepitoso, un “furore”, come egli stesso scrive alla madre, espressione che dà il titolo alla mostra del San Carlo.

Incisioni, medaglie, litografie, figurini, costumi, scenografie ma anche porcellane nonché stoffe rimandano continuamente a quanto il compositore scrive a madre e padre raccontando della sua vita napoletana e delle sue opere. Il progetto della mostra è frutto anche, come sottolinea il sovrintendente del San Carlo, Rosanna Purchia, di una collaborazione con la Fondazione Banco di Napoli e con la Biblioteca nazionale di Napoli. Le lettere di Rossini, tra l’altro, dopo essere state acquistate grazie alle risorse economiche della Regione Campania, non erano mai tornate a Napoli e vengono esposte per la prima volta, dopo essere state trasportate con precauzioni eccezionali come una cassetta ignifuga. “Quello che io posseggo di Rossini – spiega Ragno – è un patrimonio dell’umanità. Ho necessita’ di trasmettere questo patrimonio. E prima o poi Rossini mi buttera’ fuori casa, tante sono le testimonianze che ho raccolto”. La mostra, inoltre, ad agosto, durante tutto il periodo del Festival Rossiniano, sarà a Pesaro. Tra gli oggetti curiosi, una porcellana che raffigura Rossini che si gode i suoi trionfi allungato su una dormeuse con le sue partiture sparse a terra. Le celebrazioni sancarliane dell’uomo che fu parte integrante della vita del teatro nell’800 proseguiranno con il concerto nel Duomo di Orvieto del giovedì santo, che poi sarà trasmesso da Rai 1, in cui il ‘Mosè in Egitto’ sarà proposto in forma concertata durante la Quaresima, esattamente come per la Quaresima nel 1818 fu scritto, e in autunno con ‘Rossiniana’, una creazione nell’ambito dell’appuntamento tradizionale con la danza del San Carlo. Intanto, il ‘Mosè, quarta opera scritta da Rossini per il Massimo napoletano, andrà in scena in 4 repliche, con orchestra e coro del teatro, dirette da Stefano Motanari e Alex Esposito e Carmela Remigio, Christine Rice , Giorgio Giuseppini ed Enea Scala, tra gli altri, nel cast.

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