Nasce in Italia la filiera del tabacco a chilometro zero (video)

Nasce in Italia la filiera del tabacco a chilometro zero (video)
1 febbraio 2016

Una filiera a chilometro zero, coltivatori e manifattura a contatto diretto per ottimizzare i tempi e aumentare la qualità. Semplificazione e raccordo tra le regioni tabacchicole, Veneto, Umbria, Campania e Toscana. È la filiera del tabacco in Italia come l’hanno pensata insieme Coldiretti e Philip Morris grazie all’accordo raggiunto nel luglio del 2015 e che garantirà l’acquisto da parte della multinazionale svizzera del tabacco italiano fino al 2020.

Si è parlato delle novità e soprattutto delle prospettive del settore in un convegno a Bovolone, nel Veronese. Presenti in platea i produttori locali, oltre alle istituzioni regionali e ai rappresentanti di Coldiretti e di Philip Morris. Secondo, Gennarino Masiello, presidente dell’Organizzazione nazionale del tabacco, la strada intrapresa negli ultimi anni insieme a Philip Morris è quella giusta: “Anche il nuovo accordo che prevede una durata sino al 2020 consentirà all’intera filiera di poter diventare competitiva e potrà mettere in campo progetti nuovi e dare prospettive alle imprese agricole e ai territori dove esistono queste imprese.

L’accordo offre una grande un opportunità per il settore in un ottica di sostenibilità e di crescita, come ha sottolineato Eugenio Sidoli, amministratore delegato di Philip Morris Italia: “Un accordo, quello fino al 2020, che offre a tutta la filiera una prospettiva importante. Intanto, è quello di avere una prospettiva. La prospettiva è non solo per le circa mille imprese che lavorano per Philip Morris ma anche le altre imprese, che possono guardare al lavoro che fa il leader per cercare di costruire qualcosa di simile. È importante che l’intera famiglia possa condividere un progetto che ha prospettive di futuro”.

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Secondo l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, il modello proposto dalla filiera del tabacco può diventare un esempio anche per altri comparti: “Ormai da soli non si va da nessuna parte. Bisogna che le filiere agricole insieme ai trasformatori e all’agroindustria creino questi contratti di medio e lungo termine per dare un’opportunità in un momento così difficile del mercato agricolo economico del nostro Veneto e per mantenere lavoro e investimenti sul territorio”, ha concluso Pan.

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