Nasce la Pee Tower, il gabinetto pubblico che genera elettricità

Nasce la Pee Tower, il gabinetto pubblico che genera elettricità
11 marzo 2015

Pee-Tower

Un gabinetto che genera elettricità grazie alla pipì. È l’ultima invenzione realizzata dagli studenti dell’Università del West England di Bristol, nel Regno Unito, in collaborazione con Oxfam, una confederazione di diciassette organizzazioni non governative che tentano di trovare una soluzione efficace e definitiva alla povertà e all’ingiustizia in tutto il mondo. Si tratta di una pila a combustibile microbiologica in grado di generare corrente e luce grazie alle interazioni dei batteri. Un’invenzione rivoluzionaria, pensata per il momento principalmente per risolvere i problemi di igiene nei campi profughi e trasformarli… in energia elettrica. La grande forza di questa invenzione è quella di sfruttare un elemento di cui avremo grande disponibilità e scorte praticamente inesauribili. La tecnologia alla base del prototipo potrebbe, in futuro, essere usata per illuminare i campi profughi, che sono spesso luoghi bui e pericolosi, soprattutto per le donne e più in generale, potrebbe portare la luce dove non c’è.

Il professor Ioannis Ieropoulos, capo del team che ha inventato Pee Power, spiega a Oxfam: “Le pile a combustibile microbiologiche funzionano usando microbi vivi che si nutrono di urina (il combustibile) per la propria crescita. Una MFC è, in effetti, un sistema che sfrutta una parte di quella energia biochimica usata per la crescita dei microbi e la converte direttamente in elettricità. Così non abbiamo bisogno di combustibili fossili e usiamo in modo efficiente un prodotto di scarto di cui abbiamo abbondanza”. Il prototipo installato nel campus di Bristol è stato convenientemente posizionato nelle vicinanze del bar e studenti e personale sono invitati a usarlo per metterlo alla prova. L’aspetto è quello di una toilette di emergenza, come quelle impiegate per esempio nei campi per i rifugiati; dopotutto, lo sviluppo è iniziato proprio per trovare una soluzione efficace al problema dell’illuminazione di questi luoghi. Il professor Ieropoulos sostiene che questa soluzione è anche economica: “Realizzare una pila microbiologica costa circa una sterlina (circa 1,40 euro) e crediamo che una piccola unità come il prototipo che abbiamo realizzato per l’esperimento costi circa 600 sterline (circa 830 euro), che è un bonus significativo per una tecnologia che è, in teoria, eterna”. (Fonte foto: www.improntaunika.it)

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