Nasce il movimento degli ex Pd, primo nodo rapporto col governo. Ora gruppi parlamentari

Nasce il movimento degli ex Pd, primo nodo rapporto col governo. Ora gruppi parlamentari
25 febbraio 2017

rossiE’ “il primo passo di un percorso che richiedera’ un confronto largo” con l’obiettivo di riconnettere il popolo al centrosinistra perche’ “ci sono state troppe fratture tra un pezzo del nostro popolo e chi rappresenta il centrosinistra”. Roberto Speranza ha dato il via ufficialmente all’unificazione tra i fuoriusciti del Pd e quelli di Sinistra Italiana che si sono riuniti a Roma dando vita al movimento Articolo 1. Un nuovo partito che molto probabilmente si chiamerà Democratici e Progressisti. In settimana si doterà anche di gruppi parlamentari unitari. Si vuole evitare “che tanti disillusi” dal centrosinistra “votino per movimenti che nulla hanno a che fare con il centrosinistra” perche’, ha detto il candidato bersaniano alla leadership Dem, se non si cambia “li consegneremo” ai populisti. All’assemblea che si è svolta nel quartiere Testaccio di Roma in una angusta sala riunioni che non ha consentito l’accesso a tutti i dirigenti, simpatizzanti e alle numerose telecamere presenti, assenti, ma solo per oggi, Pier Luigi Bersani (i suoi ci sono tutti, da Miguel Gotor a Davide Zoggia) e Massimo D’Alema, che preferisce non ipotecare da subito l’immagine della nuova creatura politica con il suo peso. Altra figura che dialogherà con questa nuova formazione è l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che l’11 marzo a Roma lancerà ufficialmente il suo “Campo progressista”, altra iniziativa che ufficialmente mira alla ricostituzione del centrosinistra.

CASA A UN POPOLO Il nodo da sciogliere per primo con la nuova formazione di sinistra che punta a recuperare voti da quella parte di Pd che non digerisce la leadership renziana, ma anche da chi si è rifugiato nell’astensione o nel voto a forze politiche non di sinistra, è il rapporto con il governo. Per il già capogruppo del Pd prima della svolta renziana”siamo qui per ridare casa a un popolo, le questioni parlamentari le verificheremo, guai a immaginare che i progetti politici nascano dalle dinamiche parlamentari: è il contrario”. Per Alfredo D’Attorre “in Parlamento questo movimento lavorerà per avere una legge elettorale, per evitare i catastrofici errori delle politiche economiche del governo Renzi e se ci riusciamo anche a correggere qualche errore”. Ma la discussione sulla fiducia al governo, per lui che dopo essere uscito dal Pd è stato a lungo all’opposizione con Sinistra Italiana, non è centrale: “Il nostro movimento non nasce – ha spiegato – per decidere quali emendamenti votare o non votare”. “La sinistra o è cambiamento o non è. I provvedimenti del governo li leggeremo, come sempre, ma se ci saranno elementi contro i più fragili, diremo di no”, ha puntualizzato invece, l’ex capogruppo alla Camera SI, Arturo Scotto.

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CON RENZI SI VA A UN A CONTA “Siamo qui – ha sostenuto dal canto suo Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, altro candidato alla leadership del Pd ritiratosi per dar vita alla scissione – per ridare una prospettiva agli elettori che non si riconoscono più nel Pd e nelle politiche di Renzi”. Rossi ha garantito di puntare a “discutere con tutte le forze, quindi anche con il Pd che non è più di centrosinistra”. Quanto a ciò che accade nel suo ex partito, “Andrea Orlando – ha riconosciuto Rossi – è persona stimabile ma lì dentro si va a una conta per rimettere Renzi alla guida del Pd e per stabilire quanti posti in lista vanno a ciascuna area. Invece abbiamo bisogno di una svolta di politica economica: ci vogliono investimenti, assunzioni per i giovani, altro che bonus e politiche reaganiane”. Curiosità della giornata la presenza di Stefano Fassina, esponente di punta di Sinistra Italiana che, nonostante sia fresco di rottura con l’area di Scotto passata con i bersaniani, si dice “interessato e attento” alla nascita della nuova formazione di sinistra.

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