Nave Diciotti, entro oggi la soluzione. Toninelli: aspettiamo Bruxelles

Nave Diciotti, entro oggi la soluzione. Toninelli: aspettiamo Bruxelles
22 agosto 2018

Entro oggi potrebbe arrivare il destino della nave della Guardia Costiera Diciotti, ferma al porto di Catania da lunedì sera. Lo ha detto lo stesso ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. “Penso, e spero, che entro domani (oggi, ndr) ci siano delle soluzioni”. Il ministro pentastellato ricorda che la Diciotti nella notte tra il 15 e il 16 di agosto e’ intervenuta “in un’area di responsabilita’ non italiana ma di Malta”, per salvare 190 vite umane, da un barcone che stava affondando.

Di questi 190 naufraghi – ricostruisce Toninelli -, 13 sono gia’ stati sbarcati (si trattava di donne e bambini e sono gia’ in condizioni di sicurezza). Per quanto riguarda il resto, “stiamo aspettando che l’Europa, soprattutto l’Europa degli europeisti (o di chi si definisce tale – come i partiti del Partito Popolare Europeo o del Partito Socialista Europeo -) , quindi i vari Macron, i vari Merkel e i tanti leader europei si facciano avanti, perche’ questo spirito europeista – che noi condividiamo fortemente – deve essere lo spirito che si vede nei fatti”.

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Intanto, la Procura di Catania ha aperto un fascicolo ‘atti relativi’, senza reati. A firmarlo il procuratore aggiunto Marisa Scavo e il sostituto Andrea Bonomo. L’inchiesta principale resta comunque quella aperta lunedì dalla procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, sul tentativo di sbarco di un barcone con 190 profughi a Lampedusa, e sugli interrogatori di 13 delle persone arrivate a Porto Empedocle per evacuazione medica e sentite dalla Squadra mobile di Agrigento e dalla guardia Costiera. Alcuni degli sbarcati a Lampedusa avrebbero detto di essere stati avvicinati dai soccorritori maltesi che li avrebbero poi indirizzati verso l’Italia.

Garante detenuti, violata Costituzione

Ed è sempre polemica.  Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta’ personale, Mauro Palma, in una lettera al ministero dell’Interno esprime “preoccupazione per la situazione di stallo” venutasi a creare per la nave Diciotti. La maggioranza dei migranti, secondo quanto risulta al Garante, sarebbe di nazionalita’ eritrea e a bordo ci sarebbero anche oltre 20 minori non accompagnati. “Le persone a bordo della nave – spiega il Garante – si trovano in una condizione di privazione della liberta’ di fatto: senza la possibilita’ di libero sbarco e senza che tale impossibilita’ di movimento sia supportata da alcun provvedimento che definisca giuridicamente il loro stato. Cio’ potrebbe configurarsi come violazione dell’articolo 13 della Costituzione e dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu)”.

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Il Garante ricorda che gia’ nel 2016 l’Italia e’ stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo “per la mancanza di un’idonea base legale per il trattenimento nel 2011 di alcuni cittadini tunisini nel Centro di Lampedusa e in alcune navi ormeggiate nel porto di Palermo”. Inoltre, “la prolungata permanenza dei migranti a bordo della nave – a quanto risulta al Garante costretti a dormire sul ponte e esposti alle condizioni climatiche, in situazione di sovraffollamento e di promiscuita’ – potrebbe configurarsi come violazione dell’articolo 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) della Cedu, soprattutto se sono coinvolti soggetti vulnerabili come minori o persone traumatizzate. Ora l’approdo al porto di Catania senza possibilita’ di sbarco, se forse ha ridotto tale rischio di violazione ha anche reso ancor piu’ evidente l’incongrua situazione di privazione della liberta’ personale”.

“La mancata autorizzazione allo sbarco – prosegue Palma – con la conseguente impossibilita’ di valutare le singole situazioni, appare ancor piu’ critica visto che la maggior parte dei migranti sono di nazionalita’ eritrea, e dunque in ‘evidente bisogno di protezione internazionale’, secondo la terminologia utilizzata dalla Commissione europea nella procedura di relocation operativa fino al settembre 2017″. Il Garante ricorda a questo proposito che il trattamento riservato finora ai migranti e’ in contrasto con la piena effettivita’ del diritto di accedere alla procedura d’asilo.

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Principio, questo sancito dalla Convenzione di Ginevra, dal diritto comunitario e dalla normativa italiana. Infine, il Garante esprime “rammarico per alcune affermazioni circolate in questi giorni e non smentite che vanno nella direzione della costruzione di una cultura che tende a considerare irrilevante la vita delle persone rispetto al dirimersi di conflitti di responsabilita’ tra diversi Paesi. La tutela dei diritti fondamentali delle persone non puo’ essere sacrificata per nessun motivo, al di la’ della ragionevole aspettativa dell’Italia verso una maggiore solidarieta’ europea in tema di crisi migratorie”.

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