‘Ndrangheta a Roma, svelato il “Codice di San Luca”

‘Ndrangheta a Roma, svelato il “Codice di San Luca”
20 gennaio 2015

Le ‘ndrine calabresi trapiantate a Roma seguivano per assicurarsi la fedeltà degli affiliati un antico codice, il codice di San Luca, un rito che gli investigatori hanno decifrato e svelato. Nell’ambito dell’inchiesta della Dda, che ha scoperto una cellula ‘ndranghetista legata alla cosca Pelle-Nirta-Giorgi di San Luca a Roma e all’arresto di 31 persone, gli agenti e gli uomini della guardia di finanza durante le perquisizioni hanno trovato un quaderno, una “scoperta eccezionale”, visto che contiene informazioni la veridicità delle quali era sospesa tra la tradizione e la leggenda: è il “Codice di San Luca”, dove erano conservati in codice i riti e i meccanismi per l’affiliazione. Gli investigatori lo hanno decrittato, partendo dalla lettera C, hanno risolto l’enigma dei 21 simboli, svelando i contenuti e gli arcaici meccanismi procedurali che regolano il “rito di affiliazione” alla ‘ndrangheta.

La sua esistenza rivela anche il livello di penetrazione delle cosche, che da San Luca hanno portato nella capitale anche l’antico giuramento di fedeltà basato su “sangue e onore”. “Una bella mattina di sabato Santo allo spuntare e non spuntare del sole passeggiando sulla riva del mare vitti una barca dove stavano tre vecchi marinai che mi domandarono cosa stavo cercando”, recita il rito di affiliazione decrittato. Il rito di affiliazione prosegue con simbolismi classici della ‘ndrangheta, riferimenti alla tradizione cattolica, all’isola di Favignana, all’albero, al sangue e all’onore: “Io gli risposi sangue e onore. Mi dissero di seguirli che l’avrei trovato Navigammo tre giorni e tre notti fino ad arrivare nel ventre del isola della Favignana”.

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“Lì sulla mia destra – prosegue – vitti un castello dove c’erano due leoni incatenati a una catena di ventiquattro maglie e con me una venticinque dopo mi accorsi che c’era una scala di marmo fino finissimo di ventiquattro gradini e con me una venticinque in cima a questa scala sulla mia destra trovai tre stanze entrai nella prima e vi trovai un vecchio con la barba era San Michele Arcangelo entrai nella seconda stanza e vi trovai una donna vestita tutta di nero era nostra Santa Sorella Elisabetta entrai nella terza stanza e vi trovai una cassa di noce fina finissima lo aperta e vi trovai un pugnale” e “lì ho giurato eterna fedeltà all’onorata società”. Un giuramento che vincola per tutta la vita, e non ammette sgarri.

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