“L’aula sta spendendo ore a parlare di Grillo e del blog…”: nel ghigno soddisfatto di un deputato del Movimento 5 stelle c’è una delle letture possibili della decisione di sottoporre a un nuovo voto on line nel weekend il testo della legge elettorale che i lavori dell’assemblea di Montecitorio dovrebbero portare a definizione in settimana. La tenuta dell’intesa a quattro (Pd, Fi, M5S e Lega) appare a rischio, anche per la comparsa di un centinaio di franchi tiratori in occasione delle votazioni sulle pregiudiziali di costituzionalità, ma i seguaci di Beppe Grillo in Parlamento non vogliono intestarsi un eventuale fallimento della riforma. “Noi stiamo facendo il nostro lavoro: votiamo gli emendamenti, facciamo il nostro lavoro in Parlamento”, dice il capogruppo Roberto Fico, negando che dietro la scelta della consultazione sul blog ci sia l’intenzione di far saltare l’accordo. “Per noi il voto on line è la garanzia che la legge si chiude qui alla Camera: al Senato non presenteremo nessun emendamento”, spiega un autorevole esponente del gruppo a taccuini chiusi. E’ un’altra delle letture possibili per Grillo che “si smarca” o “sbanda”, secondo i titoli on line dei principali quotidiani. In giornata, gli esponenti del movimento si affannano a precisare di non aver compiuto “nessuna giravolta”.
L’assemblea dei deputati M5S, però, dopo le tensioni dei giorni scorsi, ha potuto concludersi pacificamente proprio grazie al fatto che il giudizio finale è stato rimesso agli iscritti. I fronti interni che si sono scontrati sono quelli consueti, anche se la loro dialettica è in genere più fluida di quella dei partiti che hanno correnti cristallizzate nei congressi: per semplificare, da un lato i “moderati” vicini a Luigi Di Maio, dall’altro gli “ortodossi” che fanno riferimento soprattutto a Fico. Anche senza preferenze, dice Riccardo Fraccaro, che appartiene al primo gruppo, questa legge “sarebbe costituzionale”, un risultato da non sottovalutare dopo due leggi bocciate dalla Corte costituzionale. Ma per chi si è sempre battuto, fin dai primi V Day, per la reintroduzione delle preferenze, “avrebbe qualche difficoltà a votare per una legge che le escluda”, sottolinea Carlo Sibilia. Può essere una pura coincidenza, ma nel pomeriggio un lungo faccia a faccia in corridoio fra Fico e Alessandro di Battista, uno dei big del Movimento, suggerisce l’idea che non tutti i dissensi siano superati. “Il nostro è un rilancio, ci dicevate sempre che eravamo inesperti e invece adesso siamo noi al centro di tutto il dibattito”, rivendica un eletto stellato non dei più in vista.
“Noi andremo avanti comunque”, aggiunge, convinto che non ci sarà una bocciatura dagli iscritti dell’accordo che dovrebbe garantire anche le elezioni anticipate fra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Stando alle parole di Grillo su Twitter, del resto, i vertici 5 stelle non si attendono sorprese dal voto on line, perché l’obiettivo appunto sono le urne: “Il Movimento vuole la legge elettorale e il voto. Gli iscritti saranno chiamati a ratificare il testo finale: questo è il nostro metodo!”. Stessa sicurezza sul calendario istituzionale la esprime Danilo Toninelli, il plenipotenziario “grillino” su questo argomento: “Decidono gli iscritti M5S in piena autonomia. Poi di corsa al Senato e andiamo subito al voto!”. Nel merito, il M5S nel pomeriggio in aula vota contro gli emendamenti che “riscrivono” il testo Fiano, ma ribadisce, quando prendono la parola Fico e Toninelli, che quando arriveranno le singole proposte di modifica voterà sia per il voto disgiunto che per le preferenze. Seduta rinviata a domani dopo che nel primo voto segreto (sull’emendamento Menorello) i numeri dell’intesa hanno retto, sia pure senza cancellare il fantasma dei franchi tiratori.
