Nelle Stonehenge italiane attesa per solstizio d’inverno

Nelle Stonehenge italiane attesa per solstizio d’inverno
18 dicembre 2016

Mancano pochi giorni al solstizio d’inverno, che si verifica il 21 dicembre, e già 3 mila anni fa era una data attesa nelle Stonehenge italiane, da Petre de la Mola in Basilicata ai megaliti della valle del Belice in Sicilia. I calendari in pietra italiani risalgono quasi tutti alla Tarda Età del Bronzo e sono stati costruiti con la stessa tecnica di Stonehenge in Gran Bretagna, ”che consiste nell’osservare la posizione del sole nel giorno più corto o più lungo dell’anno e creare dei ‘punti di mira’”, ha spiegato l’archeoastronomo Vito Francesco Polcaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Fra gli ultimi scoperti c’è ‘Petre de la Mola’ sulle Dolomiti Lucane che dai reperti archeologici trovati nelle vicinanze pare sia stato frequentato dalla tarda età del Bronzo fino al IV secolo a.C. Ma per stabilire con precisione la sua ‘età “sono necessari gli scavi archeologici, in programma grazie al finanziamento della Regione Basilicata, attraverso il Parco di Gallipoli Cognato” ha rilevato l’archeologo Emmanuele Curti, consigliere del Parco di Gallipoli Cognato. Il complesso è un affioramento naturale di roccia calcarea che è stata modificata, ha spiegato Polcaro, “sovrapponendo una lastra ad una spaccatura naturale della roccia per creare una galleria che permette di osservare il Sole al tramonto del solstizio d’inverno.

I MEGALITI Lo stesso giorno, e solo in quello, a mezzogiorno il Sole appare dallo stesso punto di osservazione in una piccola fenditura artificiale a sinistra della galleria, dando l’avviso del fenomeno che si verificherà al tramonto”. Nel giorno più corto dell’anno, il Sole nel suo moto apparente nelle costellazioni dello Zodiaco raggiunge la massima distanza rispetto al piano dell’equatore terrestre. Da questo periodo in poi le ore di luce cominciano ad allungare e per questo, ha osservato Polcaro, “sin dalla preistoria è stato attribuito al solstizio d’inverno il significato sacro del trionfo della luce sulle tenebre”. Secondo l’esperto il luogo potrebbe essere stato usato a scopo religioso per celebrare cerimonie che coinvolgevano più persone perché nelle vicinanze sono stati scoperti anche altri punti di osservazione: sono rocce contrassegnate da graffiti e a volte da bacini artificiali nella roccia. Anche sul Monte Stella nel Cilento, c’è un calendario simile. Si chiama ‘Preta ru Mulacchio’ che nel dialetto cilentano, significa ‘Pietra del Figlio Illegittimo’ perché era associato anche ai riti di fertilità. “Il complesso – ha detto Polcaro – è stato frequentato fino agli anni ’50: le donne passavano nella galleria perché nelle credenze popolari la roccia fecondata dal Sole diventava capace di fecondare”. Altri megaliti di questo tipo si trovano in Sicilia nel Belice, risalgono al 1700 a.C e sono delle grandi lastre a forma di triangolo che servono a osservare la posizione del Sole quando sorge nel giorno del solstizio di inverno e d’estate. Infine in Puglia, a Trinitapoli, ci sono buche scavate nella roccia, allineate con la direzione del Sole, nel solstizio d’inverno e d’estate.

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