Nobili (Pd): “A Franceschini riconosco solo il pregio della chiarezza”

Nobili (Pd): “A Franceschini riconosco solo il pregio della chiarezza”
Luciano Nobili
24 luglio 2019

Onorevole Luciano Nobili, ennesima apertura ai 5stelle. Questa volta, è toccato a Dario Franceschini.

“Evidentemente c’è un pezzo rilevante della nuova maggioranza nel Partito Democratico, e Franceschini n’è uno dei titolari politici, che ha questa ambizione. Quando noi avvertivamo che c’era la maggioranza di Zingaretti che vuole portare il PD all’abbraccio mortale con i 5 stelle e che ciò doveva essere il tema del congresso, lo stesso Zingaretti ha sempre negato. Di certo, a Franceschini ora va riconosciuto un merito di chiarezza, in quanto per l’ennesima volta smaschera questo chiaro obiettivo. Addirittura Franceschini evidenzia che tra PD e M5s ci sono ‘valori comuni’. Vorrei chiedergli di cosa parla. Parla di un M5s che ha minato le regole della democrazia rappresentativa, che ha chiesto la messa in stato di accusa al presidente Mattarella, che ha preso in giro i giovani con il reddito di cittadinanza… In questi valori noi non ci riconosciamo”.

Per l’ex ministro ai Beni culturali, Renzi è “colpevole” di aver fatto nascere il governo Lega-M5s.

“Mi sembra un’analisi che si può fare con un certo sprezzo del ridicolo. Anzi, penso che bisogna parlare del lavoro fatto con Renzi per provare a ritrovare una sintonia con il paese e non certo con questa afasia che oggi caratterizza il PD che ha dei problemi e che sono attribuibili agli attuali responsabili del partito e non certo a chi c’era prima. E voglio capire quando Franceschini si prende la sua parte di responsabilità, avendo fatto per cinque anni il ministro nel PD”.

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La gestione Zingaretti sembra tracciare maggiormente il solco con i renziani.

“Direi che c’è una minoranza collaborativa anche se totalmente contraria su alcune scelte. Non c’è nessun solco. Certo è che mi fa impressione che in queste ultime settimane la nostra concentrazione invece di essere contro Salvini e contro Di Maio, sia verso a un regolamento di conti interno. Esempio tra tutti, l’epurazione del segretario PD in Sicilia solo perché è renziano e non allineato con la nuova maggioranza del partito. Zingaretti non può proclamare unità e poi la sua corrente organizza guerra interna contro le minoranze”.

Pensa che si vuole cacciare Renzi dal partito?

“Non lo so, sarebbe una follia che il PD si privasse del leader forte, autorevole e ancora con un consenso largo nel paese. Certo, non posso rilevare che in queste ultime settimane alcuni episodi ci fanno domandare qual è la cittadinanza per il nostro lavoro, per la nostra partecipazione nel PD”.

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