“Il nome della Rosa”, John Turturro tra i misteri di Eco

28 febbraio 2019

Il capolavoro di Umberto Eco “Il nome della Rosa” arriva in tv dal 4 marzo su Rai1 con la serie evento interpretata da una cast internazionale, tra cui figurano John Turturro, Ruper Everett, Michael Emerson, Damian Hardung, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Greta Scarano, Roberto Herlitzka. L’autore del libro che ha venduto 55 milioni di copie in tutto il mondo aveva dato l’assenso a questa coproduzione principalmente italiana, di Palomar, 11 marzo Film, Tele Munchen Group e Rai Fiction. Il regista Giacomo Battiato è stato chiamato a dirigere questo complesso thriller storico ambientato nel 1327 in una misteriosa abbazia benedettina custode di molti segreti e teatro di feroci delitti.

Il regista spiega: “Il nome della Rosa non è un romanzo ma è un grande libro, nel senso che c’è una struttura portante di romanzo poliziesco ma dentro c’è tutto: c’è la storia, c’è la filosofia, si parla di amore, del ruolo della donna nel mondo, di terrorismo, di conoscenza in generale. Il problema era trasformare tutto questo non in una lezione fatta da una cattedra ma in azione, in immagini”. Lo stesso regista ha confessato che tutto questo è stato possibile anche grazie ad un grande cast, guidato dall’attore John Turturro, che interpreta Guglielmo da Baskerville, uomo di grande intelligenza e capacità di osservazione che rappresenta l’Ordine francescano minacciato dal Papa Giovanni XXII.

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Turturro figura anche come cosceneggiatore: “Mi interessava che in questo progetto, nella sceneggiatura, nella serie, fosse inserito quanto più Eco possibile. Era importante mettere il modo di pensare, di scoprire le cose del mio personaggio, l’aspetto della filosofia, insieme alla religione, alla scienza. Tutti questi elementi sono estremamente interessanti nel libro e a mio parere dovevano entrare nella sceneggiatura”. A proposito del suo personaggio Turturro ha detto: “Mi interessavano il suo processo mentale, le sue idee, cioè il fatto che il sapere, la conoscenza rappresentassero una protezione dal potere. E’ la visione che Battiato ha condiviso con me”.

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