Nomine Rai, “Parlare? Meglio di no”. L’Usigrai perde la voce

Nomine Rai, “Parlare? Meglio di no”. L’Usigrai perde la voce
Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai
29 luglio 2018

Non si placa la polemica sulle nomine della tv di Stato. D’altronde, quello della Rai, è il “Cavallo” da sempre più ambito. Ad ogni cambio di inquilini di Palazzo Chigi, inizia la battaglia per scegliere i “cavalieri” più meritevoli. La chiamano lottizzazione. Di certo, dalla posa della prima pietra di Viale Mazzini è sempre stata la politica ad indicarne i vertici. Luigi Di Maio, che vuole chiudere il “poltronificio”, per la nota legge del contrappasso, ora si trova nella stanza dei bottoni. Il vicepremier continua a sostenere, il “suo” candidato presidente Rai: “Marcello Foa è un giornalista con la schiena dritta”.

E proprio Foa è sommerso da un fuoco di fila che vede un inedito asse tra Forza Italia e Pd. Quiete, anche se apparente, regna invece attorno alla figura del designato ad, Fabrizio Salini. Il sindacato dei giornalisti Rai è sul piede di guerra sin dalle prime indiscrezioni sui nomi. Una guerra che ha portato lo stesso Usigrai a parlare di “una palese violazione della legge”. Per il sindacato, “il governo non ha alcun titolo per indicare il Presidente della Rai”. Insomma, all’Usigrai non vanno giù le indicazioni dell’esecutivo gialloverde. Abbiamo interpellato il sindacato dei giornalisti della tv di Stato. “Se il tema è quello delle nomine, lei capirà…” ci dice il presidente, Vittorio Di Trapani, trincerandosi dietro “una questione contingente”.

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E proprio perché vogliamo capire chiediamo se può segnalarci un collega disponibile a dirci qualcosa. “A nome dell’Usigrai no. Noi abbiamo un unico segretario che è titolato ha esprimere la politica sindacale dell’Usigrai e che sono io”, taglia corto Di Trapani, ricordandoci che “ci sono mille e settecento giornalisti Rai con cui possiamo parlare”. Ma come la politica, anche l’Usigrai è spaccato sulle nomine. Giuseppe Malara ed Americo Mancini della componente ‘Pluralismo e Liberta”: “L’esecutivo (Usigrai, ndr) dimentica di citare il comunicato ufficiale del Ministero dell’Economia che parla, invece, di indicazione dell’ad e di un consigliere, cosi’ come stabilisce la legge Renzi”. La contesa per il “Cavallo” continua.

 

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