“Non lasciateci soli, volate con noi”

“Non lasciateci soli, volate con noi”
28 aprile 2017

di Nicola Sciamanna*

Carissimi. Ne avrete le balle piene di Alitalia e di referendum e di piani industriali e di tagli ai salari, ma non è di questo che vorrei parlarvi. È di noi come persone, di come ci sentiamo in questo momento critico del nostro lavoro e della nostra vita. Potrete avere le vostre idee sull’infinita e sfibrante vicenda che vive la nostra Compagnia e che riempe da sempre i notiziari, ahimè mai con buone notizie. Potete essere nostri affezionati clienti o magari detestarci e volere la nostra fine, come aerolinea e come categoria. Quello che vi chiedo peró è mettere da parte le vostre sgradevoli esperienze di volo con noi, i vostri pregiudizi sul nostro conto, i vostri pareri sul nostro reddito presunto o sul nostro stile di vita e riflettere su quello che realmente è accaduto negli ultimi cinque giorni nel nostro mondo lavorativo e nel nostro comune paese, perché, sapete?, quello che abbiamo fatto assieme ai nostri piloti e ai nostri colleghi del ground ha davvero dell’incredibile. Non ha a che fare con l’8% del nostro stipendio, nè coi giorni di riposo in meno o le ferie estive ridotte o al sovraccarico di mansioni tra un volo e l’altro a rendere dignitose le vostre poltrone al posto di giovani lavoratori mandati a casa, no. È qualcosa di più Grande. Quello che abbiamo fatto, con una lucidità, una coscienza e un’unità tra categorie diverse è una cosa bellissima che ha a che fare con la Dignità e la Giustizia.

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Perché sono molto rari, almeno nella mia vita, i momenti in cui ti rendi conto che NO, non si puó, abbassare sempre la testa davanti al Potere, alla “Logica di mercato”, all’angheria, da qualunque parte provenga e qualunque sia il braccio che ti toglie e che ti strozza. Sono molto rari i momenti in cui dici a te stesso “adesso basta!”, e metti via le divisioni, gli interessi materiali, le paure e le insicurezze e ti alzi. Alzi lo sguardo e cammini. Bello. Fiero. E lo sai che stai mettendo a serio rischio il lavoro, la sicurezza economica, il futuro tuo e dei tuoi figli. Lo sai che stai attraversando una linea senza ritorno e che non stai giocando a fare il rivoluzionario da tastiera, ma che con quella croce sul NO stai gridando a te stesso e a tutto il mondo che non vince sempre la paura, l’inevitabile si puó anche evitare, magari anche rischiando tutto, anzi, facendolo senz’altro, e non pensate che stia esagerando quando vi dico che questa cosa ha il sapore dell’eroico, perché è così che ci si sente, credo. Certo, noi non stiamo salvando la bambina che affoga nel canale, ma ci siamo alzati in ottomila per salvare la nostra dignità, la nostra Compagnia dall’onta di una fine inevitabile e ignobile, il nostro passato da una pàtina di vergogna mettendo in forse il nostro futuro. E la cosa meravigliosa è che lo abbiamo fatto insieme! Vi prego di non pensare che stia esagerando nei toni o che stia incensando me stesso e i miei colleghi, anche se insieme alla paura l’orgoglio di aver fatto la Cosa Giusta e quello dell’appartenenza a questa Grande Famiglia sono due tra i tre sentimenti che ci riempono i cuori, perché il terzo di questi sentimenti, e ve lo svelo con tutta l’umiltà possibile, è la SOLITUDINE.

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Non lasciateci soli! Sappiamo troppo bene, credeteci, che ci sono realtà sociali, lavoratori, precari o disoccupati più bisognosi di noi, ma questo ci da la forza e la spinta per andare avanti nelle nostre rivendicazioni perché è anche per loro, per la stessa giustizia che dovrebbe essere garantita a tutti i lavoratori e a quelli che il lavoro l’hanno perso o non l’hanno ancora trovato, che abbiamo alzato le nostre teste e il nostro sguardo. Credetemi. Questo paese è malato. Il mondo intero è malato. Ma quella che abbiamo scritto nei giorni scorsi sulle nostre schede è una bella storia, le file ai seggi, la trepidazione durante lo scrutinio e l’esultanza amara che proviamo da ieri per la nostra vittoria freme di vita, di orgoglio, di coraggio. Forse avrete notato che sui profili di facebook, senza metterci d’accordo, abbiamo cominciato tutti, volo e terra, a esporre le nostre foto con le vecchie uniformi. Questa cosa è meravigliosa e ci fa piangere. Vi chiediamo di non abbandonarci. Dateci il vostro supporto in qualunque modo riusciate. Dimostriamo ai nostri rappresentanti politici che non possono fare tutto tutto, lasciar morire un patrimonio tricolore che È STORIA NOSTRA! Dimostriamo agli irlandesi di Ryan Air che possono vendere biglietti aerei a 15€, ma che non possono comprare il nostro orgoglio e la nostra tradizione; dimostriamo a questo management che possono guidare Alitalia verso cieli sereni e bilanci in attivo, ma non possono dilapidare capitali umani e bilanci e mettere a terra aerei e persone e famiglie e chiudere scali. Dimostriamo tutti insieme che dall’estero avranno anche comprato le nostre quote ma che possiamo e vogliamo poter offrir loro il nostro stile e la nostra bellezza e non dobbiamo soltanto subire le loro divise buffe e scomode. Chiamate i vostri amici in Alitalia. Date loro Solidarietà. Volate con noi! Scrivete ai giornali, parlatevi, difendete noi e i nostri colori e la nostra tradizione. Vi prego, amici: riempite i nostri aerei e stringeteci la mano, se non per stima per quel che abbiamo fatto, almeno per incoraggiarci per quello che ci aspetta. Noi abbiamo bisogno di voi, fateci “sentire” in qualche modo, in qualunque modo!, che voi avete ancora bisogno di noi.Noi ci siamo ritrovati. È ora che il paese ritrovi Alitalia. Sentitamente. *Assistente di Volo Alitalia

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