Non si è convertito all’Islam, nozze negate a italiano e tunisina

Non si è convertito all’Islam, nozze negate a italiano e tunisina
7 agosto 2018

Un cittadino italiano non riesce a sposare la sua fidanzata tunisina perche’ non si e’ convertito all’Islam. Nozze negate, dunque, nonostante una nuova legge, approvata nel settembre 2017, almeno sulla carta garantisca la liberta’ di matrimonio alle donne tunisine senza obblighi di conversione per i futuri mariti, come invece era previsto dalla legge del 1973.

“Non avrei mai immaginato che sposare un non-musulmano potesse essere cosi’ complicato”, ha dichiarato Zeineb, 40 anni, che vive nella citta’ settentrionale di Hammamet. Con Sergio, un direttore di fabbrica di 68 anni, non riesce a trovare un notaio in tutta la citta’ perche’ i funzionari rifiutano l’unione per “convinzioni religiose”. “Ho contattato molti notai e tutti si sono rifiutati di celebrare il nostro matrimonio perche’ il mio partner non e’ musulmano: alcuni hanno dichiarato che era contrario ai loro principi e alla loro convinzione”, ha raccontato ancora Zeineb.

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Il cittadino italiano si dice sconcertato: “La legge mi permette di sposare una donna tunisina senza che io debba convertirmi all’Islam, ma le persone che dovrebbero unirci in matrimonio mi stanno impedendo di esercitare il mio diritto”. Il caso ha sollecitato anche alcuni gruppi per i diritti umani, che sono intervenuti per chiedere la fine di questa ostruzione da parte dei notai. Il ministero della Giustizia dovrebbe intraprendere “una forte azione contro coloro che non applicano la legge”, ha affermato in una nota l’Associazione tunisina per i diritti delle minoranze.

Oltre a quello di Zeineb e Sergio sono stati segnalati altri due casi simili nell’ultimo mese. Yamina Thabet, presidente del gruppo, ha dichiarato che il ministero dovrebbe “costringere tutti i notai ad applicare la legge” e ha accusato alcuni professionisti di “mettere la loro convinzione religiosa davanti alla legge”. L’attivista e parlamentare tunisina per i diritti umani, Bochra Belhaj Hmida, ha definito “irresponsabile” l’azione dei notai.

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