Non solo costi ma motore di sviluppo, Ismett come modello

16 aprile 2014

La salute non solo fonte di costi ma motore di sviluppo per la ripresa economica, organismo che puo’ generare ricavi. E’ il paradigma sul quale si sono confrontati a Roma esperti e operatori della Salute, pubblica e privata. In un Paese dove la sanita’ pubblica vale 110 miliardi e quella privata circa 30, manca la consapevolezza del fatto che la Salute non e’ un pezzo di pubblica amministrazione, ma un fattore economico, e’ stato osservato nel corso dei lavori, sottolineando l’esigenza di un cambio di rotta e come vi siano delle ”mappe mentali da riformulare”. A partire dall’implementazione della presa in cura sul territorio, della continuita’ assistenziale a domicilio una volta che il paziente e’ stato dimesso dall’ospedale. Lo hanno spiegato, cifre alla mano, gli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea : ”Riuscire a ridurre il rigetto in caso di trapianti e la riospedalizzazione – ha detto Luca Toti UOC Chirurgia dei Trapianti del Policlinico di Tor Vergata – puo’ avere un notevole riscontro economico, oltre che di qualita’ della vita del paziente: un trapianto di fegato costa in 5 anni circa 260mila euro. Un rigetto puo’ causare al SSN un aumento dei costi fino al 40%”.

E ha specificato:”In un Paese dove gli over 65 sono il 25% della popolazione, l’home care e’, e sempre di piu’ sara’, una parte fondamentale della presa in carico del paziente. Ma il SSN in questo momento non e’ in grado di assicurarlo. Dobbiamo invece prepararci ad agire tutelando l’eccellenza e contemporaneamente ridurremo i costi”. Esempi virtuosi di partnership pubblico-privato in Italia non mancano. Lo ha ricordato Laura Raimondo, AD dell’Ismett (Istituto Mediterraneo per i trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione) di Palermo, nato nel ’97 come progetto di sperimentazione gestionale di Regione Siciliana (attraverso due aziende ospedaliere di Palermo) e University of Pittsburgh Medical Center (UPMC): ”La sperimentazione gestionale – ha spiegato – ha permesso alla sanita’ regionale siciliana di risparmiare 250 mln di euro che venivano spesi per pazienti che andavano a curarsi fuori dalla regione o all’estero”.

Oggi l’Istituto effettua tutti i programmi di trapianto di organi solidi (fegato , rene, pancreas, cuore e polmone) con risultati sovrapponibili a tutti i migliori centri internazionali, fa parte a tutti gli effetti del Sistema sanitario regionale della Sicilia, garantisce ai pazienti assistenza d’eccellenza e ”costa circa 94 mln di euro sui quali bisogna calcolare – ha ricordato Raimondo – non solo i riparmi ma l’indotto economico che Ismett produce sul territorio. Di piu’: ci stiamo organizzando per l’entrata in vigore della direttiva Ue sulla possibilita’ per i pazienti di curarsi in tutti i Paesi dell’Unione. Siamo un polo di attrazione. Forme di partenariato possono aiutare in momenti di crisi consentendo di accedere a una serie di benefici: competenze, capacita’ di innovazione, volonta’ di adeguamento ai cambiamenti, flessibilita”’. (Asca)

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