Obbligo vaccini, il decreto Lorenzin approda al Senato. E la lite continua

Obbligo vaccini, il decreto Lorenzin approda al Senato. E la lite continua
Beatrice Lorenzin
22 giugno 2017

Il decreto legge sull’obbligatorietà vaccinale per l’iscrizione a scuola fortemente voluto dal ministro Lorenzin, approdato in Senato, dove la Commissione Sanità ha appena concluso la discussione generale, continua a dividere. E la querelle si sposta sul piano più squisitamente politico, mentre la comunità scientifica continua a stigmatizzare le posizioni anti-vax. Le sanzioni e il numero dei vaccini sono i punti più critici, e quelli che sollevano più contrarietà, del decreto all’esame del Senato. E mentre il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, si dice “particolarmente contenta” perché “c’è una buona discussione in aula” in merito alle indiscrezioni di stampa su un alleggerimento delle sanzioni previste dal decreto, insieme ad una riduzione del numero di vaccini obbligatori, Fabrizio Cicchitto (Alternativa Popolare) esorta: “La legge sulla concorrenza e il decreto sui vaccini, non vengano ridimensionati ad opera non dell’opposizione ma di settori del Pd, che sembrano considerare il Governo Gentiloni alla stregua di come, in un lontano passato, la Dc considerò il governo presieduto dall’on. Pella, cioè un governo ‘amico’ da liquidare quanto prima”. “Sull’obbligatorietà dei vaccini non si discute, è un’impostazione che va mantenuta: i vaccini vanno fatti. Sul come farli, si può decidere. Su questo punto si sta discutendo insieme al governo”, ha affermato la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi del Pd.

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“Una delle ipotesi possibili e da verificare ad esempio – ha spiegato – è quella di mantenere a quota 12 le vaccinazioni indicate dalle autorità sanitarie, ma tra queste un numero inferiore come obbligatorie tout court e altre come ‘raccomandate’. Con una precisazione: sul morbillo non si discute: va fatta e basta”. La questione è aperta anche sul fronte Regioni: Toscana, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, ad esempio, hanno adottato pur se con diverse modalità comportamenti in linea con il dl Lorenzin, ma non tutti ci stanno. E oggi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, lasciando la Conferenza delle Regioni dove era in corso una riunione con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha chiarito: “Abbiamo ribadito la nostra posizione, che non è essere contro i vaccini, ma confermiamo il ricorso sia sul decreto che sull’eventuale legge”. Eppure le autorità sanitarie a livello mondiale hanno una posizione univoca: l’ufficio regionale dell’OMS per l’Europa ha espresso “preoccupazione per la corrente situazione e l’espansione dei casi di morbillo e di altre malattie prevenibili sul territorio Italiano” e ha riconosciuto “gli importanti sforzi dell’Italia per invertire questa tendenza e unirsi alle altre 37 Nazioni Europee che hanno con successo interrotto la trasmissione di questa malattia e prevenuto il risorgere di altre malattie prevenibili con i vaccini”, Mentre . Il Direttore Generale dell’ufficio regionale dell’OMS per l’Europa, Zsuzsanna Jakab, si è congratulata con il Ministero della Sanità Italiano per i passi positivi nell’assicurare comunità piu sicure e nel creare una cultura più consapevole per chiudere il gap immunitario”.

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E oggi è scesa in campo anche l’associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI) che facendo sue la parole dei medici igienisti Siti sottolinea come “la mancata approvazione o un ridimensionamento sulla base di compromessi politici e non evidenze scientifiche vanificherebbe il lavoro fatto fin qui dal Ministero, dalle Regioni e dagli operatori in tema di politiche vaccinali lanciando un messaggio destabilizzante alla popolazione che finalmente sta reagendo alla ‘esitazione vaccinale’ dilagante” e auspica sì dei miglioramenti del decreto, ma nel senso dell’inserimento di un altro vaccino oltre i 12 previsti, quello antipneumococco più volte indicato dall’Oms, ricordano “come quello a più alta priorità di introduzione ed applicazione in tutti i paesi del mondo”. Dal canto suo, il ministro della Salute va dritta al punto e alla Conferenza delle Regioni chiarisce: “L’elenco delle vaccinazioni è stato fatto dalle autorità sanitarie e scientifiche: quindi le modifiche al decreto, che sono di tipo sostanziali dal punto di vista scientifico, per me vanno bene solo se sono avvalorate dalle autorità sanitarie”. “Abbiamo presentato un decreto che ha vari aspetti, dal Parlamento mi aspetto tutte le azioni di miglioramento: da parte mia c’è una posizione assolutamente laica rispetto alle azioni di miglioramento del decreto. L’unico punto che rimane fermo – ribadisce – è quello che il decreto non può venire meno agli elementi scientifici che lo hanno messo in campo. Non è un decreto politico, è di politica sanitaria, un decreto tecnico che risponde a bisogni di urgenza per prevenire delle emergenze. Questi bisogni di urgenza ci sono stati indicati dalle autorità sanitarie e scientifiche”. “Leggerò con attenzione gli emendamenti. Uno, quello sull’anagrafe nazionale sui vaccinale, lo abbiamo già concordato: siamo disponibili subito a mettere risorse del Ministero, la ritengo una cosa molto positiva. Possiamo parlare anche della modulazione delle sanzioni, sul resto devo tenere conto delle indicazioni e delle analisi che faremo con le autorità sanitarie e scientifiche, ma questo lo farò una volta che nelle prossime ore avrò avuto modo di esaminare tutti gli emendamenti”, conclude.

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