Obiettivo 1 milione di votanti a primarie, il Pd ci crede. Confronto tv “british”

Obiettivo 1 milione di votanti a primarie, il Pd ci crede. Confronto tv “british”
Roberto Giachetti, Nicola Zingaretti e Maurizio Martina
1 marzo 2019

Le fibrillazioni tra M5s e Lega e i risultati incoraggianti in Abruzzo e Sardegna fanno vedere la luce in fondo al tunnel ai tre candidati del Pd che domenica si contenderanno alle Primarie la segreteria, Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Zingaretti punta a un milione di votanti alle primarie, pronostico per il quale Martina metterebbe la firma, mentre Giachetti non si esprime. A dimostrare, una volta di piu’, che la partita delle primarie si giochera’ tutta sull’affluenza sono gli stessi candidati alla segreteria dem durante il confronto televisivo su Sky Tg24.

E Zingaretti, che ha chiesto al partito di investire in una campagna di comunicazione per portare le persone ai gazebo, si e’ spinto anche oltre, rinunciando alla domanda diretta a Maurizio Martina per chiedergli, invece, di fare un appello al voto: “Dobbiamo lottare per arrivare almeno al milione di elettori – avverte – Le primarie non interessano solo i tre candidati, ma sono una opportunita’ per chi pensa che non ce la fa piu’. Se vanno bene le primarie si apre una nuova battaglia politica”. Il riferimento e’ agli ultimi risultati in Abruzzo e Sardegna, dove i dem hanno dato prova di essere ancora della partita, fino a lasciar intravedere un possibile ritorno al bipolarismo centrodestra-centrosinistra.

Risultato maturato in virtu’ della credibilita’ dei candidati, a detta di tutte e tre le mozioni, e per le coalizioni allargate ai partiti di sinistra, per Zingaretti. Uno schema con cui il governatore ha vinto la corsa alla Regione Lazio contro il Movimento 5 Stelle e Roberta Lombardi, e che si potrebbe mettere in campo anche alle europee, sempre che sia proprio Zingaretti il prossimo segretario. Nel frattempo e’ Maurizio Martina a fissare l’asticella del Pd al 20 per cento: raggiunta quella soglia si potra’ parlare di successo, altrimenti ci si troverebbe di fronte a un nuovo ‘flop’. Un confronto quasi ‘british’, senza effetti speciali e senza litigi in diretta, quello andato in scena su Sky Tg24 tra i tre candidati alla segreteria del Partito Democratico. Tanto pacifico che anche gli spazi a disposizione per le repliche sono stati utilizzati con parsimonia e solo dopo sollecitazione del moderatore. L’unico momento in cui lo studio televisivo si e’ acceso e’ stato quando Roberto Giachetti e’ tornato a minacciare il suo addio alla casa madre in caso di alleanze con il Movimento 5 stelle o ritorno di esponenti fuoriusciti con la scissione che porto’ alla nascita di Mdp e Leu.

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“Ho letto con una certa preoccupazione alcune affermazioni di Giachetti sulla possibilita’ che dopo il congresso esca dal Pd”, dice Martina. E Giachetti risponde, telegrafico: “Caro Maurizio, sto in una comunita’, non in una caserma. Se il Pd viene portato con i Cinque Stelle o si fanno rientrare quelli che sono usciti, quella non e’ piu’ casa mia”. A cercare di sdrammatizzare il clima ci pensa Nicola Zingaretti: “La notizia e’ che Giachetti non se ne va: perche’ nessuno vuole allearsi con i Cinque Stelle e nessuno vuole un ritorno al passato”, chiosa il presidente della Regione Lazio che, pero’, si trova anche dover difendere un suo sponsor politico, l’europarlamentare Goffredo Bettini, dall’accusa mossa da Giachetti: “Il governo sostanzialmente sostiene un dittatore. Non e’ solo un problema dell’Italia, c’e’ un problema del Parlamento Europeo. Mi rincresce che solo 8 deputati hanno votato insieme a M5s e Lega e tra i deputati che lo hanno fatto c’e’ Goffredo Bettini che sostiene Nicola Zingaretti”, e’ l’accusa di Giachetti.

“Non si puo’ mettere in discussione la scelta di un parlamentare europeo che era finalizzata a una maggiore adesione cosi’ come anche l’Alto Commissario Federica Mogherini ha spiegato”, la replica di Zingaretti che al suo competitor, poco dopo, riserva una frecciatina: “Che ci siano delle idee diverse in un Partito Democratico e’ auspicabile, altrimenti rimaniamo in quattro gatti”, spiega rivendicando la coalizione messa insieme per vincere la corsa alla Regione Lazio. Una vittoria che, per il Pd odierno, “e’ cosa rarissima”, ha chiosato. Confronto meno frizzante sui grandi temi nazionali, a partire dai giudizi sul governo per arrivare fino alla crisi in Venezuela. Per tutti e tre i candidati occorre sostenere l’iniziativa europea, abbandonando la linea adottata dal governo lega-M5s che ha portato “all’isolamento del nostro Paese”, spiegano quasi in coro Martina, Zingaretti e Giachetti. Stessa sintonia riguardo al ‘No’ all’idea di introdurre una tassa patrimoniale e sul giudizio sul governo: “La situazione e’ drammatica dal punto di vista finanziaria, questo governo ci sta portando in una tempesta pericolosissima per gli italiani. Hanno abbassato l’asticella della lotta all’evasione fiscale”, dice Martina. “La vergogna e’ che ci sono 140 miliardi in pancia dello Stato. Il danno della propaganda del governo e’ che si dimenticano di spenderli. Dobbiamo togliere ogni riserva sui cantieri e avviare le opere”, rincara Zingaretti.

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