Ok Rosatellum ma incombe il tedesco, malumori nel Pd. E si guarda al Colle

Ok Rosatellum ma incombe il tedesco, malumori nel Pd. E si guarda al Colle
24 maggio 2017

L’intesa con Fi sul modello tedesco non piace a tanti, nel Pd, nemmeno tra i renziani e nei colloqui in Transatlantico alla Camera si raccolgono quasi solo critiche all’ipotesi di un ritorno al proporzionale puro per andare al voto in autunno. Intanto, il Rosatellum incassa il primo via libera, grazie ai voti favorevoli di Pd, Lega e verdiniani, mentre si schierano contro Forza Italia, M5S e gli ex dem di Mdp. Ma il testo base sulla legge elettorale, adottato ieri dalla commissione Affari costituzionali della Camera e sul quale potranno essere presentati emendamenti fino alle 15 di venerdi’, secondo gli ultimi boatos avrebbe vita breve.Di certo, tutto si decidera’ il 30 in Direzione, “dove Renzi ha la maggioranza schiacciante”, osserva un’altra fonte Pd, che ricorda come proprio la Direzione – anche se era prima del bis di Renzi alla segreteria – aveva votato a favore del Mattarellum. Ora “Renzi come giustifichera’ il si’ al proporzionale?”. Vannino Chiti esterna le criticita’ che si registrano al Senato: “L’esito sarebbe quello di non poter formare governi stabili, di dover tentare ancora una volta coalizioni con la destra. Non e’ irrilevante neppure la gravita’ politica dello scambio propostoci: legge elettorale proporzionale e voto a settembre”. Per Gianni Cuperlo un nuovo patto col Cavaliere “mette in discussione i principi su cui e’ sorto il Pd”. Insomma, per molti esponenti dem dare l’ok al proporzionale equivale a “consegnarci alla larghe intese con Berlusconi”. Oltre a soddisfare Forza Italia, il proporzionale alla tedesca piace a Mdp: Pierluigi Bersani non chiude la porta, “discutiamone”, afferma. E un’apertura strategica arriva anche dalla Lega: “Renzi e Berlusconi stanno amoreggiando su una legge elettorale che gli piace, noi gliela votiamo pur di permettere agli italiani di scegliere un nuovo Parlamento”, scandisce Matteo Salvini.

Un’apertura che, secondo le indiscrezioni, rientrerebbe tra i punti del patto che Renzi si appresta a siglare con Berlusconi. Patto che darebbe vita a un sistema proporzionale che non dispiace ai 5 Stelle, anche se ufficialmente la linea resta quella del confronto a partire dal Legalicum (che e’ appunto proporzionale), con l’avvertimento che senza i voti pentastellati non si va da nessuna parte: “Si vota in autunno solo se M5S partecipera’ alla scrittura della nuova legge elettorale, altrimenti senza numeri si candidano ad un Vietnam in Senato”. Insomma, ancora una partita a poker: Rosato lascia intendere che il dialogo con Fi è in corso, altri dirigenti Pd confermano che “se ne parla” con il partito di Silvio Berlusconi, aggiungendo che ci sarebbero anche “passi avanti”. Allo stesso tempo, uno dei renziani doc avverte: “Non date nulla per scontato…”. Gli uomini di Michele Emiliano sono convinti che Renzi faccia sul serio, dalle parti di Orlando circola più scetticismo: “Vediamo, continuiamo a pensare che Renzi non voglia fare nulla e punti a tenere la legge che è uscita dalla Corte. Anche perché nell’opinione pubblica si sta alzando un fronte contrario al proporzionale: Prodi, Pisapia…”. Per Prodi il proporzionale “devasta il paese” e non sarebbe funzionale nemmeno alle larghe intese (la gente non voterà, è la sua idea, se capisce che l’obiettivo è un governo Pd-Fi). L’ex sindaco di Milano avverte che non accetterà una legge “per le larghe intese”. Tutti, però, aspettano di capire meglio. Anche perché, suggerisce un esponente della minoranza, sarà interessante capire cosa ne pensa Mattarella di un patto che prevede le elezioni in autunno, in piena legge di bilancio. Il presidente, è la convinzione – o l’auspicio – di molti nella minoranza, non accetterà di sciogliere le Camere rischiando l’esercizio provvisorio. “E – dice una fonte orlandiana – se viene fatto capire a Renzi che non si andrebbe comunque a votare prima della legge di stabilità, c’è da scommettere che Renzi non avrebbe più interesse a fare il patto con Fi sul modello tedesco…”.

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