Omicidio Caruana Galizia, arrestato imprenditore maltese. Gli affari col governo del mandante Fenech

20 novembre 2019

E’ a un punto di svolta l’inchiesta sull’uccisione della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, il 16 ottobre del 2017. A poche ore dalla promessa di grazia fatta dal premier maltese Joseph Muscat al presunto mediatore dell’omicidio, questa mattina all’alba è stato arrestato l’uomo d’affari Yorgen Fenech, uno dei principali imprenditori di Malta, sospettato di essere il mandante dell’omicidio. Sul suo presunto coinvolgimento in un giro di tangenti in favore di alcuni esponenti del governo di La Valletta, stava indagando Caruana Galizia prima di essere assassinata. L’imprenditore è stato fermato sul suo yacht, salpato da poco da Portomaso, e secondo gli inquirenti cercava di fuggire dall’isola nel Mediterraneo. Fenech è proprietario di Tumas Group, oltre a essere azionista e dirigente di una società, Electrogas, che nel 2013 ha ottenuto un contratto multimilionario dal governo maltese di Joseph Muscat per costruire una nuova centrale elettrica a gas sull’isola.

La Financial Intelligence Analysis Unit, l’autorità antiriciclaggio di Malta, lo ha anche identificato come il proprietario di una società con sede a Dubai, denominata 17 Black, oggetto di una grande indagine giornalistica compiuta proprio dalla reporter uccisa. Caruana Galizia ne aveva scritto sul suo blog circa otto mesi prima di essere assassinata, ipotizzando connessioni con alcuni politici maltesi. Molta parte del suo lavoro – ricorda oggi l’Afp – era incentrato su ciò che la fuga di documenti da uno studio legale panamense, i cosiddetti Panama Papers, aveva rivelato sulla corruzione ad alti livelli nel suo Paese. In particolare, secondo alcune email rivelate in tribunale, società panamensi di proprietà dell’allora ministro dell’Energia e oggi ministro del Turismo Konrad Mizzi e del capo di gabinetto Keith Schembri avrebbero preteso pagamenti dalla società 17 Black di Fenech. Le somme, svariate migliaia di euro in tranche giornaliere, sarebbero state girate alle due società offshore per servizi non specificati.

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Appresa la notizia dell’arresto di Fenech, il figlio della reporter, Andrew, ha chiesto su Twitter le dimissioni e il fermo dei due esponenti del governo coinvolti. “Il proprietario di una centrale elettrica sospettato di avere assicurato pagamenti sottobanco al capo di gabinetto e al ministro dell’Energia del primo ministro è stato appena arrestato in relazione all’assassinio di mia madre”, ha scritto sul social network. “È tempo che Mizzi e Schembri si dimettano e siano messi sotto sorveglianza”, ha aggiunto. Per l’ex leader dell’opposizione maltese, Simon Busuttil, esponente del Partito Nazionalista, l’arresto di Fenech è un duro colpo anche per il primo ministro Joseph Muscat: “si deve dimettere ora e lasciare che la giustizia faccia il suo corso”, ha commentato. Le autorità di Malta si sono ripetutamente rifiutate di aprire un’inchiesta pubblica sull’omicidio di Caruana, ma hanno fatto una sorprendente inversione a U nello scorso mese di settembre, nominando un giudice in pensione a capo delle indagini. E ieri Muscat aveva firmato una lettera per accordare la grazia al presunto intermediario dell’omicidio, che sosteneva di conoscere l’identità del mandante. “Se questa persona collaborerà e le informazioni fornite saranno sufficienti per processare il mandante di questo crimine, allora riceverà la grazia presidenziale”, aveva detto il premier maltese.

LA SORELLA DI DAPHNE

“Sembra che qualcosa si stia davvero muovendo. Da quello che sono riuscita a vedere a livello pubblico la cosa non finisce qui. Ci saranno altre persone coinvolte. Se pensiamo al movente, alla ragione per cui queste persone hanno ucciso mia sorella, bisogna capire con chi hanno collaborato, quali siano i legami, quale fosse l’obiettivo, che cosa sperassero di ottenere uccidendo qualcuno. L’omicidio è sproporzionato rispetto alle connessioni finora stabilite. E allora dobbiamo capire chi altro c’è dietro a queste persone, chi le protegge da 2 anni”. Così Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia giornalista maltese uccisa in un attentato il 16 ottobre 2017, poco fa ai microfoni di Rai Radio1 all’interno di “Radio1 In Viva Voce” condotto da Ilaria Sotis e Claudio De Tommasi intervistata da Valeria Volatile.

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Si è parlato degli ultimi arresti, ttra cui oggi quello del presunto mandante, limprenditore °Yorgen Fenech: “Una è stata arrestata la settimana scorsa. In realtà non so di chi si tratti. Il suo non è un nome a me conosciuto. La persona che è stata arrestata oggi è nota perché è un imprenditore, è azionista della centrale elettrica a gas di Malta: un progetto molto controverso legato anche alla elezione di Muscat nel 2013. Lo scorso anno il Progetto Dafne ha scoperto che lui era proprietario di un’azienda segreta chiamata “17 Black” che fondamentalmente veniva utilizzata per trasferire denaro a società panamensi di proprietà di Konrad Mizzi e Keith Schembri, che erano stretti collaboratori del nostro primo ministro. Entrambi hanno smentito di avere qualsivoglia coinvolgimento. Stamattina il Primo Ministro si è rivolto ai giornalisti dicendo che non esistono prove della loro implicazione. Questi due personaggi sono ancora al loro posto, anche dopo lo scoperta della società panamensi. Anche se non ci fosse stato un omicidio non sarebbero dovuti essere al loro posto. In pratica Muscat garantisce impunità dalla corruzione alle persone coinvolte in gravi reati e questo inevitabilmente conduce all’omicidio di Daphne. Adesso lui avrà una certa influenza sulla magistratura e questa influenza la dovrebbe lasciare a qualcun altro. Non dovrebbe essere lui a guidare queste indagini e a decidere come andranno le cose”.

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Infine un commento sulla mossa del Premier Muscat di promettere la grazia alla persona arrestata la scorsa settimana purché le sue confessioni consentano di raccogliere prove decisive sull’omicidio di Dafne: “Sarebbe un passo importante. Sarebbe un’enorme opportunità per la giustizia penale e per il modo in cui questo dossier sarà gestito d’ora in poi. Sarà un banco di prova molto importante per il nostro paese. Non dovranno esserci nessuna interferenza e nessuna indebita influenza e noi non dobbiamo pensare che tutto finisca qui. Davanti alla giustizia dovranno andare tutti quelli che sono coinvolti in questo crimine. Non basta arrestare qualcuno per l’assassinio di Dafne. Tutti i soggetti di cui lei ha parlato, ogni elemento di cui ha scritto, ogni singolo membro di governo deve affrontare la giustizia, tra cui anche le persone vicine al Primo Ministro stesso”.

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