Orlando e Franceschini agitano il Pd

Orlando e Franceschini agitano il Pd
Dario Franceschini (s) e Andrea Orlando
30 marzo 2018

La linea del Pd, in particolare rispetto al Movimento 5 stelle, agita il partito. Ieri, nella riunione del gruppo alla Camera, Dario Franceschini e Andrea Orlando avevano chiesto un confronto prima delle consultazioni al Quirinale per discutere la posizione Dem. Il dibattito, ha assicurato il ‘reggente’ Maurizio Martina, ci sarà, sia nei gruppi che con una direzione, ma dopo il primo giro di consultazioni. “Non si è aperta nessuna discussione sulla linea da tenere. Si è aperta una discussione su come bisogna svolgere questo ruolo. È una discussione legittima e la faremo dopo le consultazioni”, precisa il capogruppo alla Camera Graziano Delrio. Ma il rinvio è un “errore”, secondo Orlando, che oggi, in una intervista al ‘Corriere della Sera’, pur definendo non “percorribili” alleanze con il M5s insiste nel ritenere “doveroso il dialogo con una forza che ha raccolto un terzo dei voti”. La richiesta del ministro della Giustizia uscente è che il Pd “indichi le sue priorità, proponga una sua agenda sociale al Paese, altrimenti la nostra posizione sarà subalterna e chiusa nel Palazzo”. “Stare all’opposizione non può essere uno slogan ‘rifugio'”, aggiunge la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, che fa parte dell’area che fa riferimento a Orlando.

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I renziani, però, non si fidano e vedono nella mossa di Orlando e Franceschini l’idea di un accordo con Luigi Di Maio. “Se c’è qualche dirigente che vuole il contrario esca allo scoperto”, dice chiaramente il senatore Ernesto Magorno. E Andrea Marcucci, capogruppo Dem a Palazzo Madama, ribadisce la linea: “Il Pd non sosterrà mai nessun governo del M5s, nessun governo Lega-Cinque Stelle – garantisce Marcucci -. La linea che porteremo la prossima settimana al Colle è quella votata praticamente all’unanimità in direzione: il Pd in questa legislatura starà all’opposizione. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente”. Chi non ha mai fatto mistero della necessità di discutere con i 5 stelle è la corrente di Michele Emiliano. “I 5 stelle non sono nemici da abbattere ma solo avversari da rispettare, provando nel tempo a superare con proposte alternative. Non capisco perché di fronte a proposte condivisibili, pur essendo opposizione, non si debba dare un appoggio esterno”, spiega Francesco Boccia, che battibecca via Twitter con Carlo Calenda. “Accettare risultato elettorale è un dovere, essere complici di irresponsabilità sarebbe delitto. Con buona pace di Michele Emiliano e Francesco Boccia”, attacca il ministro su Twitter. Con il deputato che gli augura “una serena Pasqua”. Ma intanto nel Pd la tregua è già finita.

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