Pacchi bomba, arrestato presunto sospettato. Trump: ho abbassato i toni e non ho colpa

Pacchi bomba, arrestato presunto sospettato. Trump: ho abbassato i toni e non ho colpa
Cesar Sayoc
27 ottobre 2018

Il presunto responsabile dell’invio dei pacchi bomba si chiama Cesar Dyon, ha 56 anni, è stato arrestato in Florida. I pacchi bomba sono stati inviati a esponenti democratici, tra cui l’ex segretario di Stato, Hillary Clinton, e l’ex presidente Barack Obama, e ad altre persone critiche nei confronti del presidente Donald Trump. Finora, sono stati intercettati 12 pacchi con ordigni potenzialmente esplosivi.

Il presidente americano Donald Trump ha qualificato come “atto terroristico” l’invio di pacchi bomba a suoi oppositori politici, invocando per il responsabile “la massima pena consentita dalla legge”. Parlando dalla North Carolina a una decina di giorni dalle elezioni di metà mamdato, Trump ha detto anche che “la violenza politica non deve mai essere permessa in America”, promettendo “di fare tutto quello che è nella sua possibilità per fermarla”.

Allo stesso tempo, Trump sostiene di non avere nessuna colpa per i pacchi bomba inviati da un suo sostenitore. “Io penso di aver abbassato i toni ma i media sono incredibilmente scorretti con me e contro i repubblicani – ha detto il presidente Usa -. Non c’e’ nessuno da biasimare”. Dunque, il “principale e unico sospettato” per i pacchi bomba e’ Sayoc, bianco, con precedenti penali.

Viveva nel suo furgone, tappezzato con poster ed adesivi che inneggiano al presidente Donald Trump, contro i democratici e la Cnn. Secondo quanto riporta il Washington Post, ha lavorato in una pizzeria della Florida, ‘New River Pizza and Fresh Kitchen’, per la quale faceva le consegne a domicilio ma si e’ licenziato lo scorso gennaio. Il manager della pizzeria, Debra Gureghian, lo ha descritto come un tipo strano e ha definito inquietanti gli adesivi sul suo furgone tanto che gli era stato chiesto di parcheggiarlo nel retro.

Leggi anche:
Israele attacca l'Iran, appello del G7: "Serve un passo indietro"

“C’erano pupazzi con la testa mozzata, manichini senza testa, Ku Klux Klan, una persona di colore impiccata, simboli contro i gay…”, ha raccontato la Gureghian, spiegando che infastidiva i colleghi con i suoi commenti razzisti. Alcuni post sui social media lasciando intendere la sua appartenenza alla tribu’ indiana Seminole della Florida ma che ha smentito ogni legame. Alcuni post di Sayoc su Facebook erano stati segnalati e cancellati perche’ violavano gli standard del social media.

Ora Cesar Sayoc e’ stato trasferito in un carcere di Miami e dovra’ comparire in tribunale in Florida lunedi’ prossimo alle 14:00 locali, le 20 in Italia. Gli vengono contestati 5 crimini federali: trasporto di esplosivo da uno stato all’altro, spedizione illegale di esplosivo, minaccia contro ex presidenti e altri funzionari eletti, minaccia alle comunicazioni interstatali, assalto a funzionari federali. Rischia fino a 48 anni di carcere. Starebbe ora collaborando con gli inquirenti ai quali avrebbe detto che non aveva intenzione di uccidere.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti